Fundraising Virtual Hub: passione, professionalità e ..

Se tu hai una mela e io ho una mela,
e ce le scambiamo,
allora tu e io abbiamo sempre
una mela per uno.
Ma se tu hai un’idea
ed io ho un’idea,
e ce le scambiamo,
allora abbiamo entrambi due idee
George Bernard Shaw

Fundraising Virtual Hub (FVH) è un network professionale che nasce da una felice intuizione di Elena Zanella sull’opportunità di riunire professionisti che da anni si occupano di comunicazione, pianificazione strategica e raccolta fondi per le organizzazioni del terzo settore e per le imprese a vocazione sociale.
In misura crescente, almeno questa è la mia convinzione, servizi e strumenti di lavoro che si mettono in campo a favore delle organizzazioni senza scopo di lucro, si possono applicare, con i dovuti adattamenti del caso, anche agli operatori pubblici e, per certi versi, anche alle “imprese private responsabili” realmente orientate alla creazione di “valore condiviso”. [1]

Come ha rimarcato Elena, fondatrice e motore di questo network professionale, nel suo  post di presentazione (post datato 8 gennaio che anticipava il Comunicato Stampa pubblicato anche su VITA Magazine) e nella landing page, “nel FVH ci sono persone e imprese unite da un valore preciso: la passione per il proprio lavoro e la professionalità riconosciuta nel proprio ambito di competenza”.

logo_FVH_simboloIn sostanza le cose importanti le ha già dette Elena…. Ciò che unisce questi professionisti (elencati nel Comunicato Stampa e presentati nella landing page di FVH) è la loro passione (direi la passione per lavori fatti bene, ma anche la loro passione civile) e la loro professionalità.

I due cardini sono davvero passione e professionalità. Io qui cosa potrei aggiungere su FVH senza essere troppo retorico?
Facciamo così. Vi parlo delle mele e delle idee (ringraziando ovviamente il genio di G.B. Shaw).

I membri di questa comunità professionale hanno background e percorsi professionali alquanto variegati.
A mio modesto avviso la diversità di esperienze e di professionalità che si mettono in campo è un valore aggiunto per almeno due motivi:

  • sono meno forti quelle spinte competitive abbastanza tristi del tipo “la mia idea è più bella della tua”. La mia esperienza è che quando professionisti con background diversi guardano a una mela o a una idea riescono a essere più facilmente tolleranti della “visione” dell’altro su quella mela o su quella idea. Invece, anche se spesso non si parla in pubblico di certi comportamenti un po’ infantili, quando colleghi di una stessa professione si mettono a lavorare insieme, spesso accade che, invece di scambiarsi delle idee, si tirano le mele l’un contro l’altro;
  • tante esperienze professionali diverse, in questa comunità, possono contribuire ad arricchire e completare la professionalità di ciascuno. In altri termini, anche in questa comunità, mutatis mutandis, vale il principio che Frans Johansson ha battezzato “the Medici Effect”. Le innovazioni intersettoriali che maturano da conoscenze ed idee emerse in culture e ambiti disciplinari diversi sono quelle più feconde come, secondo Johansonn, ha dimostrato l’esperienza dei Medici a Firenze, che chiamando a servizio scienziati e artisti impegnati in diversi campi, resero possibile la creazione di un autentico “ecosistema innovativo” in cui convergevano tanti saperi multi-disciplinari e l’avvio del Rinascimento italiano. [2]

Questa comunità, inoltre, mi consente di portare avanti alcune riflessioni su tematiche e percorsi di ricerca e professionali sui quali con Elena ci siamo già confrontati a lungo. Ma di questi ne vorrei parlare con più calma in un altro post prossimamente. [3]

Per concludere vorrei ricordare come Elena mi presentava con semplicità questa sua idea di un network professionale. Più o meno mi diceva: “vorrei mettere insieme un gruppo di professionisti di cui ho stima e con cui ho avuto già modo di lavorare bene insieme”.
E quindi, Elena, grazie per avermi dato una così gradita attestazione di stima.

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[1] Porter M.E., Kramer M.R. (2006), ‘‘Strategy and society: the link between Competitive Advantage and Corporate Social Responsibility”, Harvard Business Review, 84, No 12
Porter M.E., Kramer M.R. (2011), “Creare valore condiviso. Come reinventare il capitalismo e scatenare un’ondata di innovazione e crescita”, Harvard Business Review Italia, gennaio/febbraio
[2] Johansson F. (2006), The Medici Effect: what elephants and epidemics can teach us about innovation, Harvard Business Review Press, Harvard (MA)
[3] Elena ed io ci confronteremo ancora pubblicamente su questi temi nel corso del seminario “Modelli di funding degli enti non profit: strategie di fundraising e accesso ai fondi europei” organizzato a Roma il 25 e 26 febbraio p.v. da Eurosportello, struttura di missione di Confesercenti che da anni organizza utili corsi su finanziamenti europei ed europrogettazione.

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