«Carlomagno doveva passare in rassegna i paladini […].
Regna e guerreggia, guerreggia e regna,
dai e dai, pareva un po’ invecchiato
dall’ultima volta che l’avevano visto quei guerrieri»
Italo Calvino – Il cavaliere inesistente (1959)
Presentazione della Comunicazione COM(2025) 188 intesa ad ampliare la portata della STEP e a rafforzare la base industriale e tecnologica della difesa europea
1. Il riesame intermedio dei Programmi FESR, nel 2025, sarà ampiamente condizionato dal «Regolamento STEP» sulle tecnologie strategiche per l’Europa come ho ribadito nel precedente post.
2. Per quanto concerne le politiche pubbliche europee, in questi mesi tiene ampiamente banco la questione del “riarmo” dell’UE e, più nello specifico, quella dell’esigenza di sostenere investimenti in tecnologie dual-use.
3. A me sembra sorprendente, pertanto, che sia stata alquanto trascurata, in Italia, la Comunicazione COM(2025) 188 del 22 aprile u.s. che è intesa a rafforzare la base industriale e tecnologica della difesa europea (Europe’s defence technological and industrial base – EDTIB).
Questa Comunicazione, oltre ad ampliare la base operativa della STEP, per certi versi ricalca lo stesso “schema di gioco” del «Regolamento STEP».
Infatti, la Comunicazione COM(2025) 188 propone di aggiungere alla STEP un quarto cluster di “tecnologie strategiche critiche”, denominato semplicemente “tecnologie per il settore della difesa” (“defence technologies”). Al tempo stesso, analogamente alla STEP, essa non è una piattaforma programmatica di politica industriale, bensì una piattaforma per “raccogliere” finanza pubblica europea da diversi strumenti, come sintetizza la figura che segue. [1]
La Comunicazione riporta anche un non ben chiarito riferimento ai Fondi Strutturali. Se da un lato, fra i policy field della “proposta Fitto” di “modernizzazione” della politica di coesione vi è anche quello della difesa, dall’altro la Comunicazione COM(2025) 188 non dispone esplicite modifiche alla base regolamentare della politica di coesione.
Fig. 1 – Proposta della Commissione per migliorare il coordinamento
dei fondi europei per il settore della difesa (COM(2025) 188)
4. La Comunicazione COM(2025) 188 invita a utilizzare il quarto cluster della STEP per finanziare tecnologie già previste dal Joint White Paper for European Defence Readiness 2030 (JOIN(2025) 120 del 19.03.2025) e della collegata proposta di Regolamento sul piano di prestiti SAFE (Security Action for Europe) di cui alla Comunicazione COM(2025) 122 del 19.03.2025. [2]
Il Joint White Paper for European Defence Readiness 2030 è basato sullo slogan “spending better, together, European” e individua sette aree strategiche di intervento:
• Sistemi di difesa aerea e missilistica.
• Sistemi di artiglieria.
• Munizioni e missili.
• Droni.
• Mobilità militare.
• AI, tecnologie quantistiche, cybersicurezza e guerre elettroniche.
• Sistemi di protezione delle infrastrutture strategiche.
Alcune considerazioni tecniche su nuovi indirizzi strategici delle politiche europee e sugli investimenti nel settore della difesa
5. Certamente la questione delle spese per il riarmo in Europa è, nella fase attuale, al centro dei riflettori ed ampiamente divisiva. Tuttavia, proposte di politica economica ed operative della Commissione intese a rafforzare la capacità di difesa europea, spesso, com’è naturale che sia, concordate con l’Alto Rappresentante per la Politica Estera e la Sicurezza Comune, hanno costellato l’intero I mandato alla presidenza della Commissione della von der Leyen. Queste proposte, ovviamente, sono diventate sempre più pressanti dopo l’invasione dell’Ucraina (24 febbraio 2022) e il successivo Vertice di Versailles (10 e 11 marzo 2022). [3]
Per una ricostruzione della “politica economica della difesa” della Commissione si veda il recente contributo di Wolff, Steinbach e Zettelmeyer (del think tank Bruegel) The governance and funding of European rearmament, da cui è ripresa, con adattamenti, la tavola sinottica della figura 2, che fa il quadro degli strumenti della “politica economica della difesa”. [4]
Fig. 2 – Strumenti di finanziamento dell’UE focalizzati sul settore della difesa
6. La Comunicazione non richiama fra i possibili strumenti di finanziamento EDIP – European Defence Industry Programme – che era stato proposto con la Comunicazione COM(2024) 150 del 5 marzo 2024.
EDIP dovrebbe finanziare:
• politiche industriali per rafforzare la base industriale e tecnologica della difesa europea (Europe’s defence technological and industrial base – EDTIB);
• appalti comuni nel settore della difesa sotto un nuovo quadro legale denominato Structure for European Armament Programme (SEAP).
Ad oggi la proposta di Regolamento su EDIP non è stata ancora approvata. Andrà verificato, in seguito, se l’approvazione della proposta del 22 aprile scorso e la conseguente introduzione del quarto cluster della STEP comporteranno l’abbandono della proposta del Programma EDIP. [5]
7. Nei prossimi mesi andrà capito meglio anche come il nuovo cluster “tecnologie per la difesa” si distinguerà o meno dal primo cluster “tecnologie digitali e innovazione nelle tecnologie deep tech”. Quest’ultimo cluster, infatti, annovera tecnologie che sono, di default, tecnologie dual-use che concorrono a rafforzare i legami tra settori sempre più strategici sia per la competitività economica che per la sicurezza militare (settore aero-spaziale, settore digitale e settore della difesa). [6]
Una prima domanda ingenua sorge spontanea: possibile che si voglia introdurre un cluster di “tecnologie per la difesa” che si sovrappongono ampiamente a quelle del primo cluster?
Sorge spontanea anche una domanda maliziosa: visto che, appunto, il primo cluster finanzia già tecnologie dual-use, non sarà che con il nuovo cluster si voglia produrre direttamente munizioni e artiglieria?
8. La Comunicazione C/2024/3209 della Commissione pubblicata sulla GUUE il 13 maggio 2024 – recante “Nota di orientamento relativa a talune disposizioni del Regolamento (UE) 2024/795 che istituisce la Piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (STEP)” – parla espressamente di sviluppo e fabbricazione delle tecnologie STEP e richiede che i progetti dovranno collocarsi al vertice della scala di misurazione dei contenuti innovativi di tecnologie e prodotti denominata Technology Readiness Level (TRL). Essi, quindi, dovranno parimenti prevedere un “time-to-market” alquanto ristretto. [7]
Questa è una questione di non poco conto dato che è stato ampiamente enfatizzato, negli ultimi mesi, che la Commissione vorrebbe fortemente aumentare le spese per la difesa, ma, al momento, non ha minimamente una capacità produttiva adeguata di armamenti.
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[1] Preme evidenziare che la Comunicazione COM(2025) 188 prevede, inoltre, di estendere fino al 31 dicembre 2026 la durata di ASAP – Act in Support of Ammunition Production (disciplinato dal Reg. (UE) 2023/1525 sul sostegno alla produzione di munizioni del 20.07.2023).
[2] SAFE è il programma di investimenti militari che erogherà 150 miliardi di euro agli Stati Membri (e non solo) che li richiederanno avanzando piani di spesa e investimenti nella difesa e nella sicurezza. Tali piani potranno includere: (i) a breve termine l’acquisto di armi e munizioni; (ii) nel medio termine, il rafforzamento dei sistemi di difesa aerea e navale e della capacità di produzione di tecnologie dual-use.
I 150 miliardi di euro saranno raccolti dalla Commissione sui mercati dei capitali e saranno erogati come prestiti garantiti (sulla base di pertinenti condizioni).
E’ stato approvato dal Consiglio, il 27 maggio scorso, il Reg. (UE) 2025/1106.
La natura di questo strumento è riassunta molto bene dal Considerando 11 del Regolamento, che lo presenta nei seguenti termini: «lo strumento SAFE dovrebbe consentire la realizzazione di cospicui investimenti pubblici urgenti nell’industria europea della difesa, volti a incrementarne rapidamente la capacità di produzione, a migliorare la tempestiva disponibilità di prodotti per la difesa e ad accelerarne l’adeguamento ai cambiamenti strutturali. Poiché il presente regolamento rappresenta una risposta eccezionale e temporanea a una sfida esistenziale urgente, l’assistenza finanziaria fornita a suo titolo dovrebbe essere resa disponibile unicamente al fine di affrontare le conseguenze economiche negative del deterioramento della situazione relativa alla sicurezza e le esigenze immediate degli Stati membri in termini di appalti che contribuiscono ad aumentare la prontezza industriale dell’EDTIB nel settore della difesa. Lo strumento SAFE dovrebbe rientrare in uno sforzo globale, a livello dell’Unione e nazionale, volto a dedicare più risorse agli investimenti nell’industria della difesa per rispondere alla situazione di crisi creata dalle attuali minacce alla sicurezza. Misure supplementari dovrebbero essere perseguite in parallelo, a livello dell’Unione e nazionale, tra cui l’attivazione della flessibilità esistente nell’ambito del Patto di Stabilità e Crescita».
[3] Si vedano, in particolare, le due Comunicazioni congiunte (Joint Communication) della Commissione e dell’Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Economica:
• JOIN(2023) 9 European Union Space Strategy for Security and Defence (10.03.2023);
• JOIN(2023) 20 European Economic Security Strategy (20.06.2023).
La loro rilevanza è da ricondurre soprattutto al fatto che sono alla base della Raccomandazione della Commissione relativa ai settori tecnologici critici per la sicurezza economica dell’UE (Raccomandazione C(2023) 6689 del 3 ottobre 2023), che riporta, in allegato, le 10 aree tecnologiche critiche per la sicurezza europea che sono state poi incluse anche nell’elenco delle tecnologie strategiche critiche del I cluster della STEP.
[4] Cfr. Wolff G.; Steinbach A.; Zettelmeyer J. (2025); The governance and funding of European rearmament; Policy Brief 15/2025 Bruegel. Si veda anche: EPRS (2024); European Defence Industry Programme; Briefing.
Vi sono due altri contributi di ricerca molto recenti del think tank Bruegel che evidenziano chiaramente che le ragioni degli investimenti nel settore della difesa, ormai, vanno oltre quelle del rilancio della competitività. Tali investimenti hanno anche a fare la competizione per il dominio geo-politico internazionale. Cfr.: Garcia-Herrero A.; Krystyanczuk M.; Schindowsky R. (2025); Radical novelties n critical technologies and spillovers: how do China, the US and the EU fare?; Working Paper 7/2025, Bruegel; Garcia-Herrero A.; Krystyanczuk M.; Schindowsky R. (2025); Which companies are ahead in frontier innovation on critical technologies? Comparing China, the EU and the United States; Working Paper 8/2025, Bruegel.
[5] Nell’ambito del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2021-2027 approvato a dicembre 2020 l’unico vero strumento di sostegno all’industria della difesa è il Fondo Europeo della Difesa (FED), disciplinato dal Reg. (UE) 2021/697. Questo Fondo ha una dotazione di circa 8 miliardi di Euro, così distribuiti:
• 2,7 miliardi per progetti di ricerca cooperativa nell’ambito della difesa;
• 5,3, miliardi per lo sviluppo di capacità militari.
Il Fondo non copre la fase di acquisizione delle capacità militari. Per questo motivo è stato poi istituito ASAP per distribuire munizioni all’Ucraina. Il Fondo prevede:
• Programmi di lavoro annuali;
• Bandi tematici che coprono vari settori (fra cui spazio, difesa aerea e missilistica e combattimento navale).
[6] Anche con riferimento a questo aspetto, ad essere attenti, il dibattito a livello europeo va avanti da anni. Si veda la Comunicazione COM(2021) 70 del 22.02.2021 che proponeva un “Piano di azione sulle sinergie fra l’industria civile, della difesa e dello spazio”. Si veda anche: European Commission (2025), State of Digital Decade2025: keep building the EU’s sovereignity and digital future; SWD(2025) 290, 16.06.2025.
[7] Technology Readiness Level (TRL) si può pragmaticamente tradurre con Livello di Maturità Tecnologica. Si tratta, in sostanza, di una scala di misurazione del grado di maturità di un determinato prototipo/prodotto finale e/o di una determinata tecnologia.
Ciascuno dei livelli di TRL fa riferimento a dei requisiti tecnici e di “distanza dal mercato” specifici che devono essere soddisfatti per passare a quello successivo. I livelli intermedi corrispondono a fasi sperimentali produttive e operative (fasi di ricerca e sviluppo, testing, prototipazione e piloting).
La scala di misurazione TRL è fondamentale anche nell’ambito dei processi di assegnazione dei fondi europei, in particolare per il Programma Quadro per la R&ST (Horizon Europe), per STEP e anche per quelli cofinanziati dai Fondi Strutturali.
Per capire meglio come la definizione dei vari stadi delle attività di ricerca e innovazione e la scala TRL incidono su selezione di progetti finanziabili e su erogazione degli aiuti di Stato è fondamentale il Global Block Exemption Regulation (Reg. (UE) 2014/651 e ss.mm.ii.), in particolare l’art. 25 “Aiuti a progetti di ricerca e sviluppo”.
Qui si riporta la scala di TRL come definita dalla Commissione Europea nel documento HORIZON 2020 – WORK PROGRAMME 2018-2020 General Annexes, Extract from Part 19 – EC Decision C(2017)7124. In base a questa definizione la TRL contempla 9 “livelli di maturità tecnologica” che procedono in crescendo dal primo (principi fisici osservati) all’ultimo che si riferisce alla prima produzione (il livello TRL 9 identifica una prova funzionale con tecnologie abilitanti ed applicazione al settore specifico):
1. Principi di base osservati (ricerca di base).
2. Concetto della tecnologia formulato.
3. Prova sperimentale del concetto.
4. Validazione in laboratorio del concetto.
5. Validazione della tecnologia nell’ambiente rilevante.
6. Dimostrazione nell’ambiente rilevante.
7. Dimostrazione nell’ambiente operativo.
8. Sistema completo e qualificato.
9. Sistema ormai finito e perfettamente funzionante in ambiente reale (prova funzionale con tecnologie abilitanti ed applicazione al settore industriale specifico finalizzata alla prima produzione).