Il Fondo Sociale Europeo Plus post 2020: come valorizzare le lezioni dell’esperienza del Programma Active and Assisted Living

Il post invita a una riflessione sulla necessità di dare più spazio, nell’ambito del Fondo Sociale Europeo Plus 2021-2027, alla questione dell’invecchiamento della popolazione. Questo, di riflesso, dovrebbe spingere maggiormente a trarre importanti insegnamenti dal Programma Active and Assisted Living (AAL), Programma congiunto della Commissione e degli Stati Membri dell’UE che, sin dal 2008, finanzia progetti in grado di proporre nuove soluzioni ai problemi delle persone più anziane, soluzioni che coniugano innovazioni tecnologiche e sociali.

Aggiornamento sul negoziato sul Fondo Sociale Europeo Plus post 2020

Il post richiama i principali termini di riferimento del negoziato sul Fondo Sociale Europeo Plus post 2020, che si possono individuare nella proposta di regolamento della Commissione del 2018 (si veda la COM (2018) 382) e nella nuova proposta, avanzata sempre dalla Commissione, il 28.05.2020 (si veda la COM (2020) 447) e, soprattutto, nelle Conclusioni del Consiglio Europeo straordinario del 17-21 luglio. Le Conclusioni del Consiglio riportano alcune indicazioni non sempre coerenti con la struttura e i contenuti del FSE Plus come delineati nelle proposte della Commissione, che dovranno essere chiarite meglio nello scorcio finale del negoziato.

Il Programma dell’UE Active and Assisted Living: fissata al 24 agosto la scadenza del bando 2020

Il post presenta obiettivi e termini di riferimento essenziali dalla “call for proposals” 2020 del Programma Active and Assisted Living (AAL), Programma congiunto della Commissione e degli Stati Membri dell’UE che, sin dal 2008, finanzia progetti in grado di proporre nuove soluzioni ai problemi delle persone più anziane, soluzioni che coniugano innovazioni tecnologiche e sociali. La scadenza della call 2020 – “Healthy ageing with the support of digital solutions” – a causa della diffusione del COVID-19 è stata fatta slittare dal 22 maggio al prossimo 24 agosto.

Next Generation EU al termine del Consiglio Europeo del 17-21 luglio 2020. Uno strumento più debole sul piano strategico e meno innovativo

Il post, andando a completare quello del 20 luglio scorso, esamina alcune delle decisioni più rilevanti assunte dal Consiglio Europeo straordinario del 17-21 luglio 2020 su Next Generation EU e Strumento dell’UE per la ripresa (indicato ormai costantemente da media e decisori politici come “Recovery Fund”). L’accordo finale, inevitabilmente, ha luci e ombre, essendo la sintesi di posizioni negoziali sovente molto distanti fra i 27 Stati Membri. Ciò detto, nel corso del lungo Consiglio straordinario sono emersi due aspetti particolarmente critici: (i) una volta di più l’approccio “intergovernativo” alle questioni più rilevanti oggetto del negoziato ha prevalso ampiamente su quello comunitario/federalista; (ii) il Consiglio Europeo ha del tutto trascurato la valenza di possibile piano strategico di medio termine di Next Generation EU, puntando decisamente a rafforzarne la valenza di strumento di “risposta rapida” (le risorse dovranno essere impegnate entro il 31.12.2023) ed indebolendo (o eliminando del tutto), rispetto alla proposta iniziale della Commissione, programmi/linee di finanziamento più orientati alla produzione di beni pubblici europei e/o al rafforzamento della resilienza dell’UE.

La struttura dello Strumento dell’UE per la ripresa proposto dalla Commissione il 27 maggio 2020

Il post presenta la struttura dello Strumento dell’UE per la ripresa (in genere indicato come Recovery Fund), come delineata dalle proposte iniziali della Commissione del 27 maggio scorso. Il Recovery Fund (EU Recovery Instrument) è lo strumento che consente all’UE di andare oltre la sua capacità di spesa potenziale delimitata dalle “risorse proprie” ed affrontare in maniera più congrua gli effetti recessivi eccezionali della pandemia di COVID-19 (risorse impegnabili e spese del Quadro Finanziario Pluriennale post 2020 non sarebbero state sufficienti). Lo Strumento dell’UE per la ripresa, infatti, è uno strumento-quadro che, dal lato delle spese, si limita a fornire indicazioni sulla distribuzione delle risorse finanziarie raccolte fra i tre Pilastri operativi di Next Generation EU e fra programmi/linee di finanziamento dell’UE (programmi/linee di finanziamento inseriti nel Quadro Finanziario Pluriennale post 2020 ancora in corso di negoziazione).

Il Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 dell’UE dopo le proposte di revisione del 27 maggio 2020

Il post sollecita una maggiore attenzione di media ed osservatori qualificati sull’importanza di un attento esame della struttura del bilancio pluriennale dell’UE (Quadro Finanziario Pluriennale) per il periodo 2021-2027. In una fase in cui si parla tanto di strategia di rilancio del paese, il piano strategico Next Generation EU e le nuove proposte sul Quadro Finanziario Pluriennale post 2020, che la Commissione ha avanzato il 27.05.2020, forniscono già un framework strategico su cui modellare, se si vuole, anche in modo un po’ opportunistico, la strategia di rilancio del paese. Una siffatta scelta faciliterebbe i negoziati anche su altri dossier con l’UE e, indirettamente, indurrebbe anche i potenziali beneficiari del nostro paese ad indirizzare scelte strategiche e capacità progettuali verso aree tematiche e settori di intervento su cui saranno allocate le quote più consistenti dei fondi europei post 2020.

La base giuridica dei negoziati su Next Generation EU e Quadro Finanziario Pluriennale dell’UE post 2020

Il post, completando i due precedenti, presenta in modo alquanto dettagliato la base giuridica del Piano “Next Generation EU” e dello Strumento dell’UE per la ripresa, che è lo strumento che consente all’UE di andare oltre la sua capacità di spesa potenziale delimitata dalle “risorse proprie”. La base normativa è costituita dagli artt. 310-312 del Trattato sul Funzionamento dell’UE (autentici pilastri del sistema di finanza pubblica dell’UE), dall’art. 122 del Trattato, che disciplina le misure eccezionali per sostenere Stati Membri in difficoltà finanziaria a causa di shock esogeni non prevedibili e, non ultimo, dall’art. 21 del Regolamento finanziario vigente approvato nel luglio 2018 (Reg. (UE, Euratom) 1046/2018).

Next Generation EU, lo Strumento dell’UE per la ripresa e il Quadro Finanziario Pluriennale post 2020

Il post è volto a completare quello del 10 giugno scorso, presentando meglio il legame fra il Piano “Next Generation EU” (a mio parere, un autentico piano strategico), lo Strumento dell’UE per la ripresa, che non è uno strumento di spesa in senso stretto, ma è lo strumento che consente all’UE di andare oltre le sue capacità di spesa potenziali delimitata dalle “risorse proprie”, e il bilancio pluriennale dell’UE (Quadro Finanziario Pluriennale) per il periodo 2021-2027. E’ in corso un negoziato aspro fra gli Stati Membri su questi piani/strumenti. Gli esiti di questo negoziato, sui quali inciderà in misura quasi decisiva il prossimo Consiglio Europeo di luglio, segneranno certamente una svolta per il futuro del processo di integrazione europea.

Il Piano “Next Generation EU” e il negoziato sui fondi europei 2021-2027

Le proposte avanzate dalla Commissione Europea il 27.05.2020 non solo delineano un ambizioso piano di ripresa socio-economica in Europa (“Next Generation EU”), ma rilanciano anche il negoziato sui fondi UE post 2020. A livello europeo, pertanto, è in corso un duplice negoziato molto complesso.
Il post, volutamente didascalico, tenta di chiarire meglio alcuni elementi essenziali di questo duplice negoziato e rimarca che lo Strumento dell’UE per la ripresa (da molti giornalisti indicato con approssimazione come “recovery fund”), sia sul piano logico sia su quello giuridico andrebbe accostato più correttamente al “sistema delle risorse proprie” dell’UE e non tanto al Quadro Finanziario Pluriennale post 2020 (che delinea il profilo delle spese dell’Unione dal 2021 al 2027).