La ricerca di nuovi modelli di finanziamento della Pubblica Amministrazione: un passo obbligato se si vuole davvero cambiarla

La recente approvazione da parte del Governo del nuovo “codice degli appalti” è l’occasione giusta per fare qualche riflessione ulteriore sulle riforme della PA italiana, sull’annosa questione del contenimento e della razionalizzazione della spesa e, non meno importante, sulla ricerca di ulteriori canali di finanziamento delle politiche pubbliche che possano coinvolgere anche capitali privati (in primo luogo il rilancio della finanza di progetto). [1]

Su quest’ultimo aspetto le ipotesi di lavoro sono molteplici, nella consapevolezza che soprattutto gli Enti Locali sono “in prima linea” nel dover “rendicontare” sul piano sociale (e nelle tornate elettorali locali) una crescente difficoltà nel finanziare con risorse pubbliche la produzione di beni pubblici e beni di merito che, nei Paesi dell’Europa continentale; sono da diversi decenni annoverati fra i diritti di cittadinanza acquisiti. Le stesse riforme della PA hanno, peraltro, un costo. Come sovente accade, i decisori pubblici invocano tutti le riforme della PA, ma in genere glissano sulle fonti di copertura finanziaria di queste riforme.

A tale riguardo, in questo post, mi limito a evidenziare due aspetti:

  • la necessità per gli Enti Locali di valorizzare meglio la finanza pubblica aggiuntiva resa disponibile dai Fondi dell’UE;
  • l’esigenza di sperimentare nuove forme di finanziamento di alcuni tipi di interventi che, per vari motivi, possano prestarsi a tradurre il senso civico degli individui in donazioni o in lavoro volontario al servizio della collettività. Esempi virtuosi di donazioni liberali e di crowdfunding “civico” per opere di pubblica utilità, per la ricerca pubblica, per certi servizi socio-assistenziali e per la tutela della cultura, fortunatamente, si vanno moltiplicando anche nel nostro Paese.

Questa duplice necessità è alla base di un Seminario di due giorni che dirigenti e staff del Centro CEIDA di Roma hanno inserito nel loro calendario formativo per le date del 5 e 6 aprile p.v.

L’obiettivo generale del Seminario del CEIDA “Riforme e nuovi modelli di finanziamento della Pubblica Amministrazione” (Roma, 5 e 6 aprile p.v.) è di migliorare la conoscenza delle principali opportunità di finanziamento dell’UE e di nuovi modelli di funding potenzialmente disponibili per i Comuni e altre istituzioni/organizzazioni della PA italiana.

Fontana di Trevi Post 20 luglio 2015

Roma – Fontana di Trevi

Il seminario, fortemente concentrato su problematiche e opportunità degli Enti Locali, si propone specificamente di:

  • diffondere, ampliare e migliorare la conoscenza dei principali strumenti di finanziamento dell’UE, focalizzando l’attenzione soprattutto sui fondi dell’UE a gestione diretta;
  • migliorare la conoscenza dei molteplici canali informativi sui finanziamenti diretti della UE, in modo da accedere in seguito più facilmente all’informazione rilevante e da formulare proposte progettuali più adatte a ciascun tipo di strumento finanziario;
  • sensibilizzare gli Enti Locali sull’importanza della lobbying a livello europeo e del networking internazionale;
  • diffondere la conoscenza di nuovi modelli di funding delle politiche pubbliche informati alle pratiche in uso nella raccolta fondi da privati.

Il Seminario si articola in tre parti (tre Unità Didattiche):

  • nella prima, la collega Elena Zanella, fra le massime esperte italiane di fundraising e di digital marketing per le cause sociali e fondatrice del network professionale Fundrasing Virtual Hub, a cui ho aderito con entusiasmo anche io, proporrà delle riflessioni su come principi e strumenti del fundraising per le cause sociali delle organizzazioni non profit possano anche essere applicate agli Enti Locali. La questione è complessa e, quindi, i partecipanti (specialmente gi operatori della PA) potranno ricevere quegli elementi introduttivi sulla cui base avviare delle prime sperimentazioni su progetti di fundraising a favore della PA;
  • nella seconda parte e nella terza parte, dal canto mio cercherò di fornire ai partecipanti le direttrici su cui impostare una ricerca più razionale delle fonti di finanziamento europee più adatte ad Enti Locali ed altri operatori della PA. Coloro che seguono il blog sanno che, in merito, parlo di un “approccio strategico” ai fondi dell’UE, approccio strategico di cui si dovrebbero dotare tutte le organizzazioni (aziende private commerciali, enti non profit ed enti della PA).

logo_FVH_simboloPresenterò, ovviamente, alcune linee di finanziamento specifiche della programmazione 2014-2020 dei Fondi Strutturali e di Investimento Europeo (Fondi SIE), ma dedicherò parimenti ampio spazio ad alcune linee di finanziamento “a gestione diretta” e ad alcuni Programmi che affondano le radici nel Programma di Iniziativa Comunitaria “INTERREG”, avviato nel lontano 1990.
Le criticità maggiori, infatti, Enti Locali ed altre organizzazioni/dipartimenti della PA le incontrano soprattutto in relazione ai finanziamenti diretti dell’UE. [2]
Nel post del 20 marzo presenterò anche una sorta di piano di lavoro delle due Unità Didattiche del corso CEIDA che tratterò io, piano di lavoro che è parimenti una sorta di mappa per la ricerca di finanziamenti per la PA, a partire dagli Enti Locali.

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[1] Il nuovo “Codice degli Appalti e delle Concessioni” è stato approvato dal Consiglio dei Ministri n. 107 del 3 marzo scorso.
[2] I principali strumenti di finanziamento dell’UE che saranno oggetto di una breve trattazione sono il Programma “Europa per i Cittadini”, il Programma Asilo, Integrazione e Migrazioni, il Programma LIFE, l’Iniziativa “Urban Innovative Actions”, l’Iniziativa “Interreg Europe”, per la quale proprio il 5 aprile sarà aperta ufficialmente la seconda call for proposals del periodo 2014-2020, call che prevede per gli Enti di Diritto Pubblico un tasso di contribuzione pari all’85% dei costi di progetto eleggibili.

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