Riesame intermedio dei Programmi FESR nel 2025: è sempre il «Regolamento STEP» a guidare le danze

image_pdfimage_print

«It is not the strongest species that survive, nor the most intelligent.
But the ones most responsive to change»
CHARLES DARWIN – British scientist [1]

Dal «Regolamento STEP» alla proposta di “modernizzazione” della politica di coesione: è necessario che tutto cambi, affinchè tutto rimanga com’è

1. Il riesame intermedio dei Programmi FESR, nel 2025, sarà indirizzato dalle nuove priorità strategiche della proposta di “modernizzazione” della politica di coesione del 1° aprile scorso, qui indicata anche come “proposta Fitto”, dal nome del Commissario che l’ha architettata.
La Comunicazione-quadro di riferimento – COM(2025) 163 – indirizza le proposte/richieste di riprogrammazione di FESR e Fondo di Coesione (che non interessa l’Italia) su due gruppi di ambiti di policy (policy field):
• ambiti di policy prioritari (5);
• ambiti di policy complementari (sono due, di cui uno non interessa l’Italia).
2. I cinque ambiti di policy prioritari, a loro volta, si possono allocare in due cluster di obiettivi strategici sostenuti dalla proposta di “modernizzazione” della politica di coesione:
• rilancio della competitività europea, sicurezza energetica e produzione di tecnologie strategiche critiche, a cui si possono associare tre policy field e cinque “nuovi” possibili OS per i Programmi FESR (si veda la figura che segue); [2]
• rafforzamento dell’offerta di servizi di qualità sociale critici (con i policy field Resilienza idrica e Alloggi a prezzi accessibili). [3]

Fig. 1 – Rilancio della competitività europea ed ambiti di policy prioritari
e “nuovi” Obiettivi Specifici della proposta di “modernizzazione”

3. Oggi vorrei soffermarmi ancora sul policy field Colmare il divario innovativo e rafforzare competitività e decarbonizzazione, in quanto alcune mie prese di posizione sono state criticate. Nei post di maggio ho lasciato chiaramente intendere che questo policy field:
• da un lato richiama nel nome e nella descrizione riportata nella Comunicazione COM(2025) 163 il primo e il secondo pilastro dell’Iniziativa Competitiveness Compass (“bussola per la competitività”);
• dall’altro, la descrizione riportata nella Comunicazione evidenzia chiaramente che questo policy field è quello specificamente volto a dare una seconda opportunità al «Regolamento STEP» sulle tecnologie strategiche per l’Europa, nel senso che le Autorità di Gestione di quei Programmi che non avessero completato il percorso di riesame intermedio, volendo, potrebbero ancora informarlo al «Regolamento STEP».
Questa posizione è stata criticata da alcuni lettori. Nel post di oggi, pertanto, vorrei ribadire che la proposta di “modernizzazione” annovera quale obiettivo implicito quello di rilanciare il «Regolamento STEP», Regolamento che, ormai, in onore del magistrale thrillerLa donna che visse due volte” del maestro Alfred Hitchcock, chiamo “il Regolamento che visse due volte”.
Per farlo, cercherò di illustrare meglio la natura particolare di questo Regolamento.

La Strategic Technologies for Europe Platform (STEP): una piattaforma “di finanziamento” (e non una piattaforma di politica industriale)

4. Il «Regolamento STEP» si pone in continuità con:
• il concetto di “sustainable competitiveness” che ha indirizzato, nel corso del mandato 2019-2024 della von der Leyen alla guida della Commissione, la politica industriale europea; [4]
• il percorso di progressivo greening del sistema industriale europeo, decisamente rafforzato dall’Iniziativa Green Deal industrial plan (1° febbraio 2023) e, più recentemente, dall’Iniziativa Clean Industrial Deal (26 febbraio 2025), come sintetizza la figura che segue. [5]

Fig. 2 – Il percorso di greening della politica industriale europea

Il «Regolamento STEP», al tempo stesso, è da considerarsi assolutamente coerente con il nuovo corso di politica industriale che si è andato delineando dopo l’invasione dell’Ucraina, sempre più orientato a sostenere “autonomia strategica” e “capacità di difesa” dell’UE.
I settori del primo cluster della STEP sono ripresi, non a caso, dall’Allegato alla Raccomandazione della Commissione relativa ai settori tecnologici critici per la sicurezza economica dell’UE (Raccomandazione C(2023) 6689 del 3 ottobre 2023).
Più nello specifico le tecnologie digitali del I cluster della STEP (si veda la figura che segue) fanno riferimento alla Decisione (UE) 2022/2481 del 14 dicembre 2022 che stabilisce il Programma strategico dell’Unione per il decennio digitale e all’Allegato alla Raccomandazione della Commissione C(2023) 6689 del 3 ottobre 2023 che, in allegato, indica 10 aree tecnologiche critiche per la sicurezza europea.
Queste, inoltre, sono state già ampiamente riprese da quelle dell’Allegato alla Comunicazione COM(2021) 70 del 22.02.2021 che proponeva un “Piano di azione sulle sinergie fra l’industria civile, della difesa e dello spazio”.

Fig. 3 – Tecnologie digitali del primo cluster della STEP

5. La STEP non va intesa come una piattaforma programmatica di politica industriale, bensì come una piattaforma “di finanziamento”, in continuità con il Green Deal industrial plan. Essa, tuttavia, va oltre il Green Deal industrial plan e detta, di fatto, il passaggio dalla centralità del concetto di “sustainable competitiveness” a quello di “autonomia strategica” che, a sua volta, poggia ormai su due pilastri:
• sicurezza economica ed energetica;
• sicurezza militare (si veda la figura che segue).
La piattaforma di politica industriale era già stata tracciata negli anni precedenti, incluso un sempre più forte orientamento al rafforzamento della capacità di produzione di certe tecnologie militari. Si noti che si tratta di una priorità di politica industriale che, in questa fase, fa molto rumore, ma che era già tracciata in alcune Comunicazioni rilasciate dalla Commissione nel 2020 e nel 2021 e, quindi, prima dell’invasione dell’Ucraina (24.02.2022) e del Vertice straordinario di Versailles (10 e 11 marzo 2022).

Fig. 4 – La diversa impostazione strategica del Green Deal industrial plan e della STEP

6. Per illustrare meglio il legame della proposta di “modernizzazione” con la STEP, va ricordato prima che, come già argomentato nei post di febbraio, i tre pilastri (core areas) dell’Iniziativa Competitiveness Compass sono:
• Colmare il divario innovativo.
• Decarbonizzazione e competitività.
• Ridurre le dipendenze eccessive. [6]
La vera piattaforma di politica industriale, nella fase attuale, va rintracciata nella Iniziativa “bussola per la competitività” che:
• attraverso il I pilastro intende contrastare il rischio che l’UE resti invischiata nella trappola delle tecnologie medie (automotive e altri settori industriali nella fase attuale a minore valore aggiunto); [7]
• attraverso il II pilastro intende continuare a perseguire il processo di decarbonizzazione dei processi produttivi e di espansione della produzione di tecnologie verdi tracciato con il Green Deal industrial plan.
7. La Comunicazione COM(2025) 163 e la collegata Comunicazione che reca la proposta di emendamenti a FESR, Fondo di Coesione e Just Transition Fund richiamano espressamente questa Iniziativa destinata a segnare l’operato della Commissione von der Leyen II fino al 2029.
Il primo ambito di policy della “proposta Fitto” – Colmare il divario innovativo e rafforzare competitività e decarbonizzazione (in termini sintetici, Innovazione, competitività e decarbonizzazione) – pertanto, riprende il nome dei primi due pilastri della Competitiveness Compass.
Ciò detto, la Comunicazione COM(2025) 163 presenta in termini generali l’esigenza di rafforzare la competitività dell’UE e poi, per quanto concerne le azioni finanziabili, richiama esplicitamente le “tecnologie strategiche critiche” della STEP. Come già illustrato in precedenza e anche nella parte finale del post del 20 maggio scorso, pertanto, è assolutamente corretto, in termini operativi, evidenziare un solido filo di continuità con la STEP (si veda la figura che segue).
La “proposta Fitto”, peraltro, conferma l’innovazione assolutamente dirompente del «Regolamento STEP» di inserire fra i soggetti ammissibili a beneficio le Grandi Imprese.
A mio modesto avviso, il «Regolamento STEP», pertanto, è davvero il Regolamento che visse due volte grazie alla proposta di “modernizzazione” della politica di coesione e, di riflesso, si può considerare l’autentico deus ex machina del riesame intermedio dei Programmi FESR ex “proposta Fitto” per quanto concerne sia l’Obiettivo di Policy 1 “Un’Europa più competitiva e intelligente”, che l’Obiettivo di Policy 2 “Un’Europa più verde”.

Fig. 5 – STEP, Competitiveness Compass e ambito di policy
“Colmare il divario innovativo e rafforzare competitività e decarbonizzazione” della “proposta Fitto”

8. Inoltre, va ricordato che, come già argomentato nei post di febbraio, se si esaminano le quattro sub-aree strategiche di intervento e i principali piani di azione (Iniziative faro) del pilastro Colmare il divario innovativo (Closing the innovation gap) emerge chiaramente come si tratti di azioni intese a potenziare una serie di settori/filiere produttive che si possono ricondurre ai tre cluster della Strategic Technologies for Europe Platform (STEP), in particolare al primo, il quale include tecnologie digitali e innovazione delle tecnologie deep tech (si veda la figura che segue). [8]
La crescente integrazione fra digitalizzazione dell’economia e della società, progresso delle tecnologie civili e, in parallelo, di quelle militari, è stato anche confermato dal report di monitoraggio 2025, appena pubblicato dalla Commissione, sullo stato di attuazione della Strategia per il decennio digitale. [9]

Fig. 6 – Sub-aree strategiche di intervento e Flagship initiatives del pilastro Closing the innovation gap

A titolo di conferma di alcune posizioni espresse sopra, si ricorda che la “proposta Fitto” richiama anche una modifica del «Regolamento STEP» intesa a introdurre un quarto cluster di tecnologie strategiche STEP. In effetti, la Comunicazione COM (2025) 188 del 22 aprile sugli investimenti relativi alla difesa (e all’implementazione del Piano ReArm Europe) propone di modificare i Regolamenti di diversi strumenti di finanziamento dell’UE per finanziare questi investimenti, fra cui appunto, quello sulla STEP. Il quarto cluster è battezzato “tecnologie per il settore della difesa” (“defence technologies”). Ne parleremo un po’ nel prossimo post del 25 giugno.

****

[1] La citazione del celebre aforisma attribuito al grande scienziato britannico muove dalla considerazione che la “proposta Fitto” è ampiamente opinabile per vari motivi, ma comunque rappresenta una grande opportunità per le Autorità di Gestione, specialmente quelle che implementano Programmi per i quali si profilano delle difficoltà, a fine anno, nel rispettare la clausola di disimpegno automatico.
La proposta, infatti, offre vari incentivi molto rilevanti al riesame dei Programmi, illustrati nei post di maggio.
Anche per i Programmi – così come per le specie biologiche – vale la grandissima intuizione di Darwin. Sopravvivono e, al termine del periodo di spesa, registrano migliori performance di efficacia fisica e finanziaria, quelli che si sanno adattare meglio al cambiamento.
E’ auspicabile che decisori politici nazionali e regionali e Autorità di Gestione si adattino presto e bene al cambiamento della “proposta Fitto”.
[2] La Comunicazione C/2024/3209 della Commissione pubblicata sulla GUUE il 13 maggio 2024 – recante “Nota di orientamento relativa a talune disposizioni del Regolamento (UE) 2024/795 che istituisce la Piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (STEP)” – parla espressamente di sviluppo e fabbricazione delle tecnologie STEP.
Il Regolamento e la Comunicazione appena citati pongono in luce in modo molto chiaro che:
• i progetti che si ammetteranno a beneficio devono concernere attività di sviluppo o fabbricazione di tecnologie critiche. Come chiarisce la Nota di orientamento a pagina 2, «lo sviluppo o la fabbricazione riguardano il passaggio delle tecnologie dalla fase in cui ne è stata dimostrata la fattibilità fono alla loro produzione su scala commerciale. Ciò comprende il perfezionamento dei prototipi e/o la garanzia che le tecnologie soddisfino norme rigorose in materia di prestazione e scalabilità»;
• i progetti, pertanto, non dovranno contemplare solo attività di ricerca di base e dovranno collocarsi al vertice della scala di misurazione dei contenuti innovativi di tecnologie e prodotti denominata Technology Readiness Level (TRL). Essi, quindi, dovranno parimenti prevedere un “time-to-market” alquanto ristretto.
[3] A titolo di completezza si segnala che il 18 giugno il Consiglio ha deliberato la sua posizione negoziale sul riesame intermedio dei Programmi ex “proposta Fitto”.
[4] Sul concetto di “sustainable competitiveness” si vedano, in particolare, le due seguenti Comunicazioni:
• COM(2020) 102 “Una nuova strategia industriale per l’Europa” (10 marzo 2020);
• COM(2023) 168 “Competitività a lungo termine dell’UE: prospettive oltre il 2030” (16 marzo 2023).
Preme evidenziare che sia nelle Comunicazione che in altri documenti ufficiali della Commissione questo concetto a volte viene indicato come “competitive sustainability” (è il caso della comunicazione del 2020) e, a volte, con “sustainable competitiveness” (è il caso della Comunicazione del 2023).
[5] Va rimarcato come le proposte di modifica degli elementi fondamentali della politica industriale del Green Deal industrial plan siano anche accompagnate da proposte per valorizzare meglio le modeste risorse del bilancio europeo che, non si dimentichi mai, sono appena circa l’1% del Reddito Nazionale Lordo di tutti gli Stati Membri.
A tale riguardo preme evidenziare che il 9 marzo 2023 la Commissione aveva:
• varato un “Temporary Crisis and Transition Framework” per sostenere ulteriormente la transizione verde verso un’economia a zero emissioni nette, ossia un nuovo “quadro temporaneo” che non è più solo un quadro “di crisi”, come era stato delineato dalle Istituzioni europee dopo lo scoppio della pandemia, ma segna una profonda revisione di ampia parte della disciplina sugli Aiuti di Stato (il nuovo framework temporaneo resterà in vigore fino al 31.12.2025);
• proposto di modificare il Global Block Exemption Regulation (GBER) del 2014 – il Regolamento che disciplina le varie “categorie di aiuti” ritenute compatibili con il Trattato e, quindi, non soggette all’obbligo di notifica – per imprimere una ulteriore accelerazione alla transizione verde e a quella digitale. Quella proposta è stata recepita rapidamente dagli organi legislativi dell’UE e già il 23 giugno 2023 è stato approvato il nuovo Regolamento che disciplina il GBER, che resterà in vigore fino al 31.12.2026 (si veda il Reg. (UE) 2023/1315).
[6] L’Iniziativa bussola per la competitività, come illustra la figura 7, è imperniata su tre pilastri verticali (core areas) e relative Iniziative faro e cinque catalizzatori orizzontali (horizontal enablers). Il pilastro Colmare il divario innovativo si può articolare in quattro sub-aree strategiche di intervento, come evidenzia la figura 6 che precede.

Fig. 7 – Pilastri ed enablers della bussola per la competitività

[7] Si fa riferimento allo studio del think tank CESIFO, dell’Università Bocconi (Institute for European policymaking) e della Tolouse School of EconomicsEU Innovation policy. How to escape the middle technology gap” del 2024. Lo studio esamina tre gruppi di settori industriali, ampiamente in linea con le classificazioni OCSE ed Eurostat, che, a scanso di equivoci, si riportano in inglese ex Nota 6 a p. 10 del report:

  • High-tech includes aerospace & defence, alternative energy, electronic & electrical equipment, health care equipment & services, pharmaceuticals & biotechnology, software & computer services, and technology hardware & equipment.
  • Mid-tech includes automobiles & parts, chemicals, financial services, fixed line telecommunications, industrial engineering, industrial metals & mining, industrial transportation, leisure goods, mobile telecommunications, and personal goods.
  • Other includes banks, beverages, construction & materials, electricity, food & drug retailers, food producers, forestry & paper, gas, water & multiutilities, general industrials, general retailers, household goods & home construction, life insurance, media, mining, nonlife insurance, oil & gas producers, oil equipment, services & distribution, real estate investment & services, support services, tobacco, and travel & leisure.

[8] La figura che segue illustra schematicamente la connessione fra due delle quattro aree di intervento strategiche settoriali del pilastro “Colmare il divario innovativo” della bussola per la competitività e i tre cluster di tecnologie strategiche critiche per l’Europa della STEP. In estrema sintesi, confrontando queste due aree strategiche del primo pilastro “Colmare il divario innovativo” della bussola per la competitività e i settori tecnologici della STEP emerge chiaramente come almeno il primo pilastro si pone assolutamente in continuità con la strategia di politica industriale già ampiamente delineata dal “Regolamento STEP” che, a sua volta, muove dalla Raccomandazione della Commissione C(2023) 6689 del 3 ottobre 2023 sulle aree tecnologiche critiche per la sicurezza europea.

Fig. 8 – Coerenza fra aree di intervento strategiche del pilastro Closing the innovation gap e
cluster di tecnologie strategiche critiche della STEP

[9] Cfr.: European Commission (2025), State of Digital Decade2025: keep building the EU’s sovereignity and digital future; SWD(2025) 290, 16.06.2025.

Contact me!

If you have any question or you'd like to have more information about this post, you can write me using this form!

[bestwebsoft_contact_form]