Tag: Centro Studi Funds for Reforms Lab

L’approvazione del bilancio delle associazioni nel terribile 2020

Il post indica alcuni step di buon senso per la corretta approvazione dei bilanci delle associazioni non riconosciute nel 2020, in quanto in questo periodo per quasi tutte le associazioni sarà impossibile rispettare il termine di convocazione delle assemblee fissato al 30 aprile. Le misure di distanziamento sociale per fronteggiare l’epidemia in corso, infatti, vietano gli assembramenti e non tutte le associazioni hanno tecnicamente la possibilità di tenere l’assemblea ordinaria di approvazione del bilancio in modalità telematica.

La mappatura dei fondi europei (per capire a cosa servono davvero; se ci servono e perché ci servono)

I finanziamenti dell’UE sono semplicemente uno strumento per attuare le politiche pubbliche dell’UE. Tutte le organizzazioni dovrebbero avere l’umiltà di accettare l’idea che candidando un progetto per accedere alle sovvenzioni dell’UE, esse si candidano a diventare co-protagoniste dell’attuazione delle politiche europee (siano, quest’ultime, condivisibili o meno).
Quanto sopra implica che, se si vuole che la proposta di progetto venga finanziata, si deve delineare un “quadro logico” di obiettivi del progetto e di azioni assolutamente coerenti con gli obiettivi delle politiche pubbliche europee a cui fa riferimento un dato strumento finanziario dell’UE e/o uno specifico avviso di finanziamento. Questa è l’essenza del concetto di pertinenza “verticale” (mainstreaming “verticale”) dei progetti europei.

Alcune milestones del percorso di accesso ai finanziamenti europei

Tutte le organizzazioni sono perennemente alla ricerca di fonti di finanziamento accessibili e convenienti per alimentare il loro ciclo tecnico-operativo, fra cui i finanziamenti pubblici dell’UE. In merito a questi, il mio parere, già espresso più volte su questo blog, è che per alcune organizzazioni, in una data fase del loro ciclo di vita o per implementare determinati progetti possono essere molto utili. Per altre, invece, potrebbe essere molto più ragionevole, ceteris paribus, ricercare altri strumenti di finanziamento. Inoltre, tutte le organizzazioni dovrebbero delineare un approccio strategico – e non estemporaneo – alla ricerca dei finanziamenti europei. Infine, tutte le organizzazioni, sia in sede di candidatura dei progetti, sia nella fase di gestione di quelli finanziati, dovrebbero seguire un approccio analogo a quello delle aziende commerciali che vogliono acquisire nuovi clienti e/o “curare” quelli consolidati, ossia dovrebbero considerare gli enti finanziatori dei clienti che, grazie al progetto, hanno modo di risolvere dei problemi (problemi di interesse collettivo nel caso di enti finanziatori pubblici).

L’Associazione Centro Studi Funds for Reforms Lab si accinge a cambiare il Consiglio Direttivo: un post-it sulle procedure di rinnovo del Consiglio Direttivo delle associazioni

L’Associazione Centro Studi Funds for Reforms Lab, che ho avuto il piacere di contribuire a fondare nel febbraio 2017, si trova ad affrontare da qui a un mese alcuni cambiamenti importanti dettati dalla necessità di procedere al rinnovo delle cariche. E’ una fase importante, quindi, anche per ripassare alcuni elementi fondamentali per la buona amministrazione di una associazione (non riconosciuta). Il post, quindi, propone un promemoria sui passi da esperire per il rinnovo dei Consigli Direttivi di Associazioni non riconosciute.

Una breve presentazione del Centro Studi Funds for Reforms Lab

Il post presenta brevemente l’Associazione culturale Centro Studi Funds for Reforms Lab fondata nel febbraio 2017 sulla scorta della seguente visione: “Vediamo un mondo in cui conoscenza, progresso scientifico e innovazione istituzionale, tecnologica e sociale sono alla portata di tutti e conducono all’aumento delle libertà di scelta di tutti gli individui”.

Il Quadro Finanziario Pluriennale dell’UE 2021-2027 e il “nuovo” Fondo Sociale Europeo Plus

Il post rimarca che il “nuovo” FSE Plus 2021-2027 – un programma quadro in cui confluiranno più linee di finanziamento della programmazione in corso – sarà molto di più che non nel passato uno strumento “settoriale”, fortemente tarato sulla dimensione “sociale” della politica di coesione. Al tempo stesso, gli interventi saranno parimenti molto più condizionati dai Programmi Nazionali di Riforma varati nell’ambito del c.d. “semestre europeo”. La mia impressione è che, fin qui, il percorso partenariale nazionale di definizione dell’Accordo di Partenariato 2021-2027 non abbia tenuto adeguatamente in considerazione questi aspetti e, soprattutto, il fatto che il “nuovo” FSE Plus sul piano politico è molto di più che una semplice evoluzione del FSE come conosciuto finora.

Fondi Strutturali 2021-2027. Il percorso istituzionale in Italia per formulare il nuovo Accordo di Partenariato

Anche per il periodo 2021-2027 il documento strategico di riferimento, in tutti gli Stati membri dell’UE, per programmare gli interventi cofinanziati dai Fondo Strutturali sarà l’Accordo di Partenariato. Il post fornisce un breve resoconto del percorso istituzionale già sviluppato in Italia, a partire dal 27 marzo 2019, per formulare l’Accordo di Partenariato 2021-2027.

Il “nuovo” Fondo Sociale Europeo 2021-2027, gli interventi di inclusione sociale e la sperimentazione di “forme di finanziamento non collegate ai costi”

Il post discute dell’importante novità, nell’ambito delle forme di sostegno dei Fondi Strutturali, costituita dai finanziamenti legati ai risultati. E’ una forma di spesa del tutto innovativa prevista sia dal nuovo regolamento finanziario dell’UE – Reg. (UE, Euratom) n. 1046/2018 – sia dalla proposta di regolamento generale sui Fondi Strutturali per il periodo 2021-2027. Tale innovazione, a parere di chi scrive, dischiude delle prospettive molto interessanti per (i) un miglioramento generale degli interventi di inclusione sociale finanziati dal “nuovo” FSE Plus 2021-2027 (e non solo da questo); (ii) un maggiore orientamento dei progetti finanziati da tale forma di sostegno dei Fondi ai risultati e, non ultimo, (iii) un più ampio ricorso dei pubblici poteri, anche al di fuori del campo di azione dei Fondi Strutturali, a interventi di inclusione sociale e di lotta alla povertà informati ai principi della finanza di impatto.

Le dimensioni-chiave dei progetti di sviluppo socio-economico

Il post individua quattro dimensioni-chiave per definire i tratti distintivi dei progetti di sviluppo socio-economico: (i) la dimensione strategica (imperniata su gruppo target, problemi da risolvere e ‘visione di sviluppo’); (ii) la dimensione operativa; (iii) la dimensione ‘risorse’ e (iv) la dimensione ‘ambito settoriale’ di intervento (‘ambito di policy nel caso di progetti promossi e finanziati da Istituzioni pubbliche).

I progetti di sviluppo socio-economico come leve di cambiamento e generatori di un ‘futuro desiderato’

La definizione dei progetti di sviluppo socio-economico dovrebbe muovere dalla considerazione che essi sono volti a produrre dei cambiamenti sociali, ispirati da una sfidante ‘visione di sviluppo’. Per tali progetti si possono individuare quattro dimensioni-chiave imprescindibili, che ne costituiscono il nucleo centrale. In sede di formulazione di tali progetti, inoltre, si deve tener conto con attenzione della loro dimensione tecnico-ingegneristica e della loro dimensione geografica. Infine, il post rimarca l’importanza di due aspetti su cui, fortunatamente, vi è un crescente consenso presso la comunità degli esperti di sviluppo locale: (i) i progetti di sviluppo socio-economico vanno pensati come progetti-processi e non come ‘to-do-list’; (ii) tali progetti vanno formulati in una logica di empowerment dei destinatari finali e delle comunità locali, coinvolgendoli adeguatamente in processi partecipativi di decision-making.