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Il negoziato sui fondi europei 2021-2027. Una breve presentazione del prossimo Quadro Finanziario Pluriennale dell’UE

Il post sollecita una maggiore attenzione di media ed osservatori qualificati sull’importanza del negoziato sul bilancio pluriennale dell’UE (Quadro Finanziario Pluriennale) per il periodo 2021-2027 (ossia il negoziato sui fondi europei post 2020). Dopo il serrato dibattito sui contenuti della Legge di stabilità 2019, sarebbe desiderabile la stessa attenzione per il negoziato su dimensione finanziaria e struttura del prossimo bilancio pluriennale dell’UE.
Anche il negoziato sui fondi europei post 2020, infatti, implica risvolti rilevanti, anche se in modo indiretto, sia per la sostenibilità dei conti pubblici (in particolare, ha risvolti importanti anche sul dibattito sui processi di sorveglianza multilaterale della sostenibilità dei conti pubblici dei vari Stati Membri), sia per la credibilità internazionale dell’Italia.

Fondi Strutturali 2021-2027: la trasformazione “cosmetica” degli Obiettivi Tematici in Obiettivi Strategici

Il post rimarca la rilevanza di due aspetti quasi contraddittori che caratterizzano le proposte di regolamento sui Fondi dell’UE per la politica di coesione 2021-2027: (i) la mancanza di un quadro strategico generale a cui ancorare gli interventi specifici della politica di coesione (assimilabile, con riferimento alla programmazione in corso, alla strategia “Europe 2020”); (ii) la falsa riduzione dei grandi ambiti di intervento dei Fondi Strutturali. La Commissione propone di passare dagli 11 Obiettivi Tematici del periodo 2014-2020 ai 5 Obiettivi Strategici di quello successivo. Ma si tratta, in realtà, di una mera riorganizzazione degli 11 Obiettivi Tematici attuali. Questo implica che, di fatto, il riferimento strategico di fondo, tacitamente, continua ad essere “Europe 2020”.

Prime riflessioni sulle proposte della Commissione per i Fondi Strutturali 2021-2027

Il post è un invito alla riflessione su alcune criticità che caratterizzano le proposte di regolamento sui Fondi dell’UE per la politica di coesione 2021-2027. La criticità principale è che la Commissione non parla di fondi per la politica di coesione economica, sociale e territoriale dell’UE, ma di “disposizioni comuni” che si applicano a sette fondi “a gestione concorrente” (aspetto questo affatto banale e, anzi, sostanziale). Fra questi, peraltro, vengono annoverati solo 4 dei 5 Fondi Strutturali e di Investimento Europeo del periodo 2014-2020 (FESR, FSE, Fondo di Coesione e FEAMP), in quanto il FEASR (che finanzia i Programmi di Sviluppo Rurale), nel periodo 2021-2027 viene ricollocato integralmente nella PAC.

I Fondi europei che sostengono processi di capacity building della PA

Questo post rimarca che, a fronte dei ritardi di spesa dei Fondi SIE, gli amministratori regionali e locali, sovente, continuano a trascurare Fondi e iniziative dell’UE che sostengono processi di capacity building della PA. Questo è alquanto sorprendente, in quanto la maggior parte di questi fanno riferimento alla “politica di coesione”, ossia la politica dell’UE più “vicina ai territori” (e quindi agli amministratori locali). Nella seconda parte, quindi, il post presenta una breve rassegna di questi Fondi/iniziative.

I principali fondi europei “contro la povertà e l’esclusione sociale”. Riflessioni a margine di un seminario dello SPI CGIL di Roma e del Lazio

Il post, muovendo dalla presentazione dell’interessante seminario dello SPI CGIL di Roma e del Lazio “Nessuno escluso. Contro la povertà e l’esclusione sociale”, che si terrà a Roma, Via Buonarroti 12, il prossimo 12 febbraio, propone una sintetica mappatura dei fondi dell’UE per contrastare povertà ed esclusione sociale.

Federalismo fiscale, Multi Level Governance dell’UE e fondi strutturali

Il post sottolinea l’importanza di tenere il dibattito sul federalismo legato a quello sulla Multi Level Governance (MLG) delle politiche strutturali dell’UE. Il ritardo nella spesa e la variabilità di capacità di impegno e di capacità di spesa dei programmi 2014-2020 fra le varie regioni dimostra, infatti, che ancora oggi non si sono realizzate due pre-condizioni fondamentali affinchè il sistema di MLG si rilevi efficace ed efficiente: (i) capacità di gestire le fasi di coordinamento e attuazione delle scelte programmatiche fatte da ogni livello; (ii) capacità di attuare quanto previsto secondo i tempi e le modalità condivise con gli altri attori istituzionali.

Il PON Inclusione sociale e la valutazione di impatto

Il post presenta alcuni interventi del PON Inclusione sociale per sostenere le organizzazioni non profit e la qualità dei loro progetti e, non ultimo, favorire la sperimentazione di metodi e metriche di valutazione di impatto sociale. Come già fatto in altri post, rimarco che non tutte le organizzazioni non profit hanno disponibilità finanziarie per applicare i metodi più rigorosi. Inoltre, la scelta di metodi e metriche di valutazione va calibrata sulla base di molteplici parametri inerenti destinatari finali, settore di intervento e mission delle varie organizzazioni.

La mappatura dei fondi europei per l’inclusione lavorativa e sociale

Il post presenta una sintetica mappatura dei fondi dell’UE per contrastare disoccupazione e vecchie e nuove forme di esclusione sociale, rimarcando una volta di più la necessità, per tutti gli operatori interessati ai fondi dell’UE, di dotarsi di un approccio strategico in modo da acquisire una visione olistica delle molteplici opportunità di finanziamento di progetti di inclusione e di lotta alla povertà.