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Fondi Strutturali e “sviluppo territoriale integrato”: il PR FESR Lazio 2021-2027 si distingue per una forte concentrazione degli interventi nelle aree urbane

Il post evidenzia che, quantunque quello del Lazio è il “racconto di due regioni” – con, da un lato, Roma Capitale che, malgrado tanti problemi, è una “città globale” – e, dall’altra, il resto del territorio fatto di varie aree periferiche (i Comuni del versante appenninico della Città Metropolitana di Roma e le quattro Province laziali), il PR FESR Lazio 2021-2027 si caratterizza per una marcata concentrazione degli interventi della “progettazione integrata territoriale” nelle aree urbane (Roma Capitale e le quattro città medie capoluogo di Provincia). L’aspetto più eclatante è la mancata attivazione dell’Obiettivo Specifico 5.2 dei PR FESR che dovrebbe sostenere lo sviluppo locale in aree diverse da quelle urbane.
Questo significa che gli altri Comuni – specialmente quelli più fragili e/o a rischio di spopolamento – dovranno fare lobbying per un più sagace utilizzo da parte della Regione di altri Fondi che possono sostenere lo sviluppo di arre territoriali più fragili, in primis i molteplici finanziamenti a sostegno della Strategia Nazionale per le Aree Interne, ma anche il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), alcune linee di intervento del PNRR più orientate ai territori e altri Fondi “a sostegno della coesione” finanziati dalla fiscalità generale, gestiti direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Andranno verificate con attenzione, nei prossimi mesi, anche le scelte strategiche della Regione in merito agli interventi di sviluppo rurale del Complemento regionale al Piano Strategico nazionale della PAC 2023-2027, in particolare quelli inerenti all’approccio LEADER e all’iniziativa “Piccoli Comuni intelligenti”.

Il meccanismo di rimborso “performance oriented” dei progetti finanziati dal PNRR

Europa

Il post discute il particolare meccanismo di rimborso dei progetti finanziati dal PNRR che prevede che il saldo finale non venga rimborsato se i progetti non concorrono al raggiungimento di milestone e target, come da DM dell’11 Ottobre 2021 rilasciato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per favorire l’applicazione ai progetti finanziati dal PNRR del meccanismo generale di rimborso agli Stati Membri informato a logiche “pay-by-result” (gli Stati vengono rimborsati dall’UE solo se completano le riforme – milestone – e raggiungono i target quantitativi associati agli investimenti stabiliti negli Atti comunitari di approvazione dei Recovery Plan nazionali).
Per i finanziamenti erogati a valere dei Fondi Strutturali, la regolare generale è che il riconoscimento del saldo finale è condizionato alla conclusione degli interventi ed all’esito positivo dei controlli di primo livello (logica “compliance based”). Il meccanismo delineato dal comma 2 dell’art. 2 del DM dell’11 Ottobre 2021, invece, prevede che il saldo finale del 10% ai progetti finanziati dal PNRR non venga riconosciuto se questi non concorrono al raggiungimento di milestone e target. Peri progetti finanziati dal PNRR, quindi, conclusione degli interventi ed esito positivo dei controlli sono condizioni necessarie, ma non sufficienti per l’erogazione del saldo finale.

Il sistema di governance del PNRR e le limitate responsabilità di indirizzo strategico delle Regioni

Il post discute la natura particolare del PNRR che, diversamente dai Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali, si caratterizza per un sistema di governance fortemente accentrato.
Un sistema così fortemente incentrato a livello di Governo centrale – segnatamente nella PCM e nella Ragioneria Generale dello Stato del MEF – è da ricondurre al fatto che il RRF è uno strumento “a gestione diretta” marcatamente “top down” e, invece, i Fondi Strutturali sono caratterizzati da un sistema di governo multi-livello per cui: (i) per il primo la titolarità delle operazioni e anche dei finanziamenti è riservato solo alle Amministrazioni Centrali; (ii) l’attuazione dei Fondi Strutturali è fondata su un sistema di gestione “concorrente”, in quanto più livelli di governo concorrono al finanziamento e alla programmazione e gestione dei Programmi Regionali, che sono i documenti programmatici peculiari della politica di coesione. Per i Fondi Strutturali, inoltre, la titolarità delle operazioni è attribuita al Governo centrale – includendovi anche l’Agenzia per la Coesione Territoriale – alle Regioni e finanche a “contracting authority” sub-regionali, quali sono gli Organismi Intermedi.

Coerenza dei Programmi FESR 2021-2027 con l’agenda digitale europea e con quella nazionale, attuata tramite il PNRR

Il post propone una possibile traccia per una analisi di coerenza esterna dei due Obiettivi Specifici (OS) dei PR FESR 2021-2027 che sosterranno la digitalizzazione delle regioni, ossia l’OS 1.2 e l’OS 1.5. A livello europeo i riferimenti strategici principali sono l’Iniziativa “decennio digitale” (“bussola digitale per il 2030”), varata nel 2021 e l’Iniziativa “legge europea per i semiconduttori”, varata l’8 Febbraio scorso.
A livello nazionale, di fatto, ormai l’agenda digitale è portata avanti tramite il PNRR. Va valutata, in particolare, la coerenza degli OS 1.2 e 1.5 con le tre Componenti della Missione 1 Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura. Particolarmente rilevanti sono, nell’ambito della Componente M1C2 Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo, l’Investimento 1 Transizione 4.0; l’Investimento 2 Innovazioni e tecnologia della microelettronica e l’Investimento 3 Reti Ultra Veloci (attuato tramite i cinque Piani dell’Iniziativa Italia digitale 2026).

La “pertinenza verticale” del Programmi Regionali FESR: focus sugli interventi a sostegno del sistema produttivo

Il post argomenta che, quantunque la valutazione ex ante dei programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali per il periodo 2021-2027 non sia obbligatoria, sarebbe ampiamente opportuno effettuarla. In particolare, dovrebbe essere verificata con attenzione la “pertinenza istituzionale” (coerenza “istituzionale”) rispetto alle grandi direttrici strategiche delle politiche dell’UE. I programmi FESR 2021-2027 sono articolati in Obiettivi di Policy e Obiettivi Specifici. La valutazione della “pertinenza istituzionale” può essere fatta a livello di intero Programma, di Obiettivi di Policy, di ambiti di intervento inseriti negli Obiettivi di Policy e anche di Obiettivi Specifici. Il post si sofferma sull’Obiettivo di Policy 1 (OP 1 “Un’Europa più intelligente e competitiva”) e, più specificamente, sulla strategia di politica industriale che le Regioni possono perseguire nell’ambito dell’OP 1. Ragionando su questo ambito di policy la verifica della “pertinenza istituzionale” dovrebbe considerare come termini di riferimento la strategia dell’UE per la realizzazione di uno Spazio Europeo della Ricerca, gli interventi per il sostegno alle imprese e il buon funzionamento del mercato interno e i molteplici interventi per la digitalizzazione dell’economia e della società.

Strategie di sviluppo territoriale, integrazione dei migranti e housing sociale nelle aree rurali

Il post propone delle riflessioni sui principali strumenti di finanziamento della programmazione 2021-2027 potenzialmente disponibili per finanziare innovativi progetti di housing sociale nelle zone peri-urbane e rurali volti specificamente a favorire la “regolarizzazione” e il progressivo inserimento socio-lavorativo dei migranti nelle c.d. “aree interne” e/o in altre aree economicamente molto fragili. Il consolidamento dei percorsi di vita dei migranti nelle aree a rischio di marginalità sociale potrebbe avere due effetti positivi: (i) contrastare il declino demografico di queste aree; (ii) contribuire a sostenere l’economia locale (sia per effetto dei maggiori consumi in loco, sia per effetto dell’avvio di nuove attività produttive condotte dagli stessi migranti).
I più rilevanti strumenti di finanziamento sono il FESR (si pensi alle Strategie di Sviluppo Territoriale ex Obiettivo Specifico 5.2 della nuova programmazione); il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale per finanziare direttamente interventi di sostegno in aree rurali più fragili e, soprattutto, il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione e FSE Plus. In questo post non vengono considerati i contributi potenzialmente utili del PNRR.

Finanziamenti dell’UE “non collegati ai costi delle operazioni” e PNRR

In Italia, da vari anni, molteplici think-and-do tank conducono una importante e interessante campagna informativa e di advocacy sull’uso dei c.d. strumenti di “finanza a impatto” (impact investing) per sostenere un rafforzamento dell’erogazione pubblica di servizi di interesse collettivo anche con il contributo di investitori privati. Gli strumenti di “finanza a impatto” sono particolarmente interessanti in quanto si basano, in primo luogo, su un particolare meccanismo di rimborso – “pay-by-result” – per cui i finanziatori privati vengono rimborsati se e solo se i progetti di pubblica utilità raggiungono dei risultati (outcome) e degli impatti fissati nelle clausole contrattuali. Essi, pertanto, potrebbero contribuire a ridurre la spesa pubblica ed anche a migliorarne la qualità e la capacità di impattare in modo significativo sul benessere dei cittadini.
La campagna sugli strumenti di impact investing, ovviamente, ha ripreso linfa con il varo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), dal momento che il principale strumento che lo finanzia – il Recovery and Resilience Facility (RRF) – di per sé è stato ideato come strumento “performance based”, per cui l’erogazione dei contributi da parte dell’UE agli Stati è condizionato al raggiungimento di target e milestone fissati nelle decisioni di approvazione dei Piani nazionali. Si tratta, tuttavia, di una forma di rimborso condizionato a livello di rapporti fra UE e Stati (in altri termini si applica al nostro PNRR e non necessariamente ai progetti finanziati). Come adattare la natura “performance based” del RRF e, di riflesso, del nostro PNRR, ai singoli progetti? Si possono definire a livello di progetti dei meccanismi di rimborso “performance based” che si ispirino agli strumenti di “finanza a impatto? Questi sono i quesiti su cui ho sviluppato delle riflessioni. Nel prossimo post svilupperò delle riflessioni su questi quesiti con riferimento ai Fondi Strutturali 2021-2027.

La coerenza verticale dell’Obiettivo di Policy 1 (Competitività) dei Programmi FESR 2021-2027 con la cornice di politica economica europea

Il post, in continuità con il precedente del 25 Maggio, conferma la necessità che i Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali siano ampiamente coerenti con il quadro di policy europeo, sempre più incardinato sui tre pilastri dell’Iniziativa Next Generation EU (“transizione verde”, “transizione digitale” e “resilienza e inclusione sociale”). Sia per i singoli Obiettivi di Policy del periodo 2021-2027, sia per i Programmi nel loro insieme bisogna sempre verificare la pertinenza (coerenza) “verticale” con le politiche pubbliche dell’UE e la pertinenza “orizzontale” con le condizioni abilitanti e con Componenti e Investimenti del PNRR (il post si focalizza sull’Obiettivo di Policy 1 “Un’Europa più competitiva e intelligente”).

Il negoziato sui Programmi della politica di coesione 2021-2027 e il principio di concentrazione tematica dei Fondi Strutturali

Il post presenta i principali vincoli alla formulazione dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali 2021-2027, ossia: (i) il quadro di policy europeo, sempre più incardinato sui tre pilastri dell’Iniziativa Next Generation EU (specialmente dopo che i tre pilastri “transizione verde”, “transizione digitale” e “resilienza e inclusione sociale” sono stati rafforzati ulteriormente quali pilastri del “modello di crescita europeo” nella Comunicazione della Commissione COM(2022) 83 del 2 Marzo u.s.); (ii) i vincoli riconducibili al rispetto del principio di “concentrazione tematica” dei Fondi Strutturali (fra cui le “condizionalità macroeconomiche” e le c.d. “condizioni abilitanti”).

Le principali innovazioni della programmazione 2021-2027 dei Fondi Strutturali, con focus su FSE Plus

Il post presenta quelli che si possono considerare i sei principali elementi di novità della programmazione 2021-2027 dei Fondi Strutturali. Fra questi spicca l’innovazione esogena dell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza 2021-2026. Il PNRR, quantunque non sia parte della “politica di coesione”, annovera degli obiettivi di politica economica che si sovrappongono ampiamente a quelli della “politica di coesione”, anche per il semplice fatto che sia il PNRR sia i Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali muovono da un quadro di policy europeo sempre più ancorato ai tre pilastri dell’Iniziativa Next Generation EU (transizione verde, transizione digitale e inclusione sociale). Il PNRR, inoltre, prevede tre Componenti – incluse nella Missione 5 “Inclusione e coesione” – interamente orientate a rafforzare l’inclusione sociale (in particolare di inoccupati e delle donne) e la coesione in senso lato.