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Bussola per la competitività e Piani di Partenariato Nazionali e Regionali post 2027

Il nuovo breve articolo evidenzia come vi sia un solido filo di continuità fra: (i) Iniziativa Strategic Technologies for Europe Platform (STEP), (ii) Iniziativa bussola per la competitività, (iii) proposta di “modernizzazione” della politica di coesione (si vedano i recenti Regolamenti 2025/1913 e 2025/1914, che stanno condizionando ampiamente la conclusione del percorso di riesame intermedio dei Programmi 21-27) che, è ampiamente in linea con orientamenti e pilastri della bussola per la competitività e (iv) la struttura dei Piani di Partenariato Nazionali e Regionali post 2027. L’articolo, in particolare, propone un pragmatico abbinamento fra i tre pilastri della bussola per la competitività e i policy field dell’Obiettivo Generale 1 Ridurre gli squilibri regionali e l’arretratezza delle regioni meno favorite e promuovere la cooperazione territoriale europea dei Piani di Partenariato Nazionali e Regionali post 2027.

La piattaforma “di finanziamento” STEP, il “riesame intermedio” dei Programmi FESR e il posizionamento competitivo delle regioni in base al Regional Innovation Index

Il post illustra i rischi di una riprogrammazione in chiave STEP dei Programmi Regionali FESR calata dall’alto e, soprattutto, volta soprattutto a cercare di ottenere le rilevanti agevolazioni condizionate previste prima dal «Regolamento STEP» e poi dal Reg. (UE) 2025/1914 dello scorso 18 settembre, che dà corso legale alle modifiche del Regolamento originale sul FESR previste dalla proposta di “modernizzazione” della politica di coesione, che era stata avanzata dalla Commissione il 1° aprile scorso.

I vincoli alla nuova politica industriale “dirigista” dell’UE

Negli ultimi anni anche per l’UE si può parlare di un “ritorno della politica industriale”, da inquadrare come una politica “dirigista” intesa a modificare strutture produttive e traiettorie tecnologiche e produttive.
Il post discute i vincoli che incontra l’Esecutivo europeo nell’attuazione di una politica industriale dirigista – che sono vincoli politico-istituzionali e di finanza pubblica – e le scelte fatte dalla Commissione, negli anni più recenti, per aggirare tali vincoli. La Strategic Technologies for Europe Platform (STEP), essendo una piattaforma “di finanziamento”, si può considerare, nella fase attuale, il principale strumento per aggirare i vincoli di finanza pubblica.

Rischi politici ed amministrativi di un riesame dei Programmi FESR con sperimentazione di una Place-Based Industrial Policy basata sulle tecnologie critiche STEP

Il post illustra i rischi politici ed amministrativi di una possibile sperimentazione di una Place-Based Industrial Policy basata sulle tecnologie strategiche critiche della STEP.
I rischi politici sono in parte rischi inerenti all’arena decisionale allargata e, quindi, tengono conto anche delle possibili reazioni a un “riesame intermedio” assolutamente top down guidato dalla Commissione delle parti economiche e sociali. In parte, sono legati ai comportamenti decisionali dei policy makers che li portano a privilegiare investimenti che potrebbero avere ritorni economici e sociali a breve termine, rispetto ad altri con un orizzonte temporale più ampio, dato che i primi sono più funzionali a sostenere il ritorno elettorale delle scelte pubbliche.
Ciò detto, sono molto rilevanti anche i rischi di natura amministrativa (per selezionare nuovi investimenti sulle tecnologie STEP – fortemente knowledge intensive – e per controllarne il regolare completamento devono sviluppare nuove competenze molto specifiche anche i civil servants).

Rischi economici di un riesame dei Programmi FESR con sperimentazione di una Place-Based Industrial Policy basata sulle tecnologie critiche STEP

Il post illustra i rischi economici di una possibile sperimentazione di una Place-Based Industrial Policy basata sulle tecnologie strategiche critiche della STEP.
Alcuni di questi sono rischi generali e altri sono specificamente riconducibili alla impostazione di fondo dell’approccio di politica industriale del «Regolamento STEP» (discutibile), alla tipologia delle tecnologie della STEP e alle caratteristiche richieste alle attività ammissibili a beneficio dagli avvisi di finanziamento intesi a promuovere sviluppo e fabbricazione di tecnologie STEP.

L’onda lunga della STEP e il riesame intermedio dei Programmi FESR come test per sperimentare la Place-Based Industrial Policy

Il post propone di impostare il riesame dei Programmi FESR come sperimentazione di una Place-Based Industrial Policy ancorata alle tecnologie strategiche critiche della STEP.
Tale sperimentazione dovrebbe tenere conto dei rischi economici, politici e amministrativi che potrebbero minare la “readiness” dei “territori regionali” e, di riflesso, l’efficacia di medio e lungo termine delle scelte strategiche di riprogrammazione e del fatto che tali rischi sono ampiamente condizionati dalla natura particolare delle tecnologie strategiche critiche, che sono tecnologie molto avanzate e richiedono competenze fortemente specifiche, ma anche caratterizzata da un “ciclo di vita del prodotto” alquanto breve e dalle caratteristiche molto particolari richieste ai progetti finanziati a valere delle nuove azioni dei Programmi intese a sostenere gli obiettivi della STEP.

Gli strumenti di politica industriale funzionali ad una Place-Based Industrial Policy

Il post, muovendo dall’analisi della recente pubblicazione dell’OCSE sulla Place-Based Industrial Policy (PBIP), propone dei suggerimenti su quali strumenti di politica industriale si possano considerare più funzionali a una PBIP. Tra questi si possono annoverare solo quegli strumenti – diretti e indiretti (quali le politiche formative di accompagnamento) – per i quali è possibile ipotizzare: (i) una suddivisione di responsabilità fra più livelli di governo (questa non è possibile per la politica commerciale in senso stretto e anche per le politiche di regolamentazione delle condizioni di concorrenzialità); (ii) un capillare coinvolgimento nei processi di identificazione dei fabbisogni di intervento e anche dei migliori strumenti di intervento degli stakeholder locali, in primis organismi di ricerca, imprese e associazioni dei lavoratori.

«Regolamento STEP» sulle tecnologie strategiche critiche, riesame dei Programmi FESR e tratti caratteristici di una Place-Based Industrial Policy proposti dall’OCSE

Nell’ultimo decennio diversi autori hanno colto e commentato i molteplici segnali, su scala mondiale, di una rinascita della politica industriale (o meglio, di una rinascita della politica industriale attiva intesa a indirizzare l’evoluzione della struttura produttiva). Questi segnali sono evidenti, specialmente nell’ultimo quinquennio, anche esaminando le politiche pubbliche dell’UE. Va aggiunto che per l’UE, data la ristrettezza del bilancio pubblico europeo, l’attivismo sul fronte delle nuove politiche industriali potrebbe andare a discapito della politica di coesione (politica regionale europea), come evidenziano chiaramente il Reg. (UE) 2024/795 sulla «STEP» e la proposta di “modernizzazione” della politica di coesione della Commissione del 1° aprile 2025. Nei prossimi mesi si tratterà, pertanto, di combinare al meglio gli elementi peculiari delle nuove politiche industriali europee e della politica di coesione. A tal fine il post presenta i principali take-aways della recente pubblicazione dell’OCSE sulla Place-Based Industrial Policy.

Regolamento STEP sulle “tecnologie strategiche critiche” e “riesame intermedio” dei Programmi FESR: alcuni rischi

Il post rimarca che un riesame dei Programmi cofinanziati dal FESR informato al “Regolamento STEP” comporta non solo interessanti opportunità per le Autorità di Gestione dei Programmi e per il tessuto produttivo, ma anche dei rischi rilevanti. Tali rischi sono riconducibili alle caratteristiche fortemente idiosincratiche (e avanzate) delle tecnologie STEP e ad alcuni fattori endemici di debolezza del sistema produttivo nazionale. In particolare, va rammentato che il “Regolamento STEP” richiede che i progetti dovranno collocarsi al vertice della scala di misurazione dei contenuti innovativi di tecnologie e prodotti denominata Technology Readiness Level (TRL). Essi, quindi, dovranno parimenti prevedere un “time-to-market” alquanto ristretto.

Appunti 30 06 2025 – Agenda Fitto di modernizzazione della politica di coesione, “riesame intermedio” dei Programmi e condizioni abilitanti

L’inserimento delle “condizioni abilitanti” – ex condizionalità ex ante della programmazione 2014-2020 – nei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali muove dall’idea di fondo che l’esistenza (e la sussistenza) di un quadro legislativo consolidato e di un quadro di policy chiaro e stabile siano funzionali ad un’attuazione dei Programmi efficiente ed efficace.
Inoltre, ai sensi dell’art. 15 del Regolamento generale, se la Commissione reputa “non soddisfatta” una condizione vincolante, «le spese relative a operazioni collegate all’Obiettivo Specifico interessato possono essere inserite nelle domande di pagamento, ma la Commissione non le rimborsa»
Il post, pertanto, rimarca che il riesame intermedio dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali nel 2025 dovrebbe adeguatamente considerare le condizioni abilitanti.