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Strategie di Sviluppo Locale ex approccio LEADER orientate all’innovazione sociale e alla tutela dei “beni comuni”

«We’re going backwards
Armed with new technology
Going backwards
To a cavemen mentality»
Depeche Mode – Going Backwards
(Spirit 2017; Track #1)[1]

Come ho anticipato nei precedenti post, le Istituzioni europee hanno indirizzato il dibattito sull’attuazione dell’approccio LEADER nel periodo 2023-2027 in modo che esso sia caratterizzato da:
• una maggiore concentrazione tematica, per cui le Strategie di Sviluppo Locale (SSL) dovranno essere incardinate su un numero più ristretto di ambiti di policy e di tipologie di intervento;
• un maggiore orientamento all’innovazione, segnatamente all’innovazione sociale.
Il Complemento per lo Sviluppo Rurale (CSR) della Regione Lazio, di conseguenza, fa propri sei possibili ambiti tematici indicati nel Piano Strategico nazionale per la PAC 2027-2027 (PSP 2023-2027), che si possono raccogliere in due diversi cluster (si veda la figura che segue). Per ciascuna SSL si potranno valorizzare al più due dei sei ambiti tematici.

Figura 1 – I due cluster degli ambiti tematici fra cui scegliere per formulare le Strategie di Sviluppo Locale

La natura dei sei ambiti tematici consente di delineare tre possibili indirizzi strategici di fondo delle SSL, riportati in termini grafici nella figura 2:
• uno più orientato a sostenere la competitività del sistema produttivo agricolo e dell’artigianato locale;
• uno bilanciato, che include almeno uno dei due ambiti tematici direttamente serventi rispetto ad esigenze di rafforzamento della competitività dei sistemi produttivi agricoli ed uno del cluster degli ambiti tematici più orientati all’innovazione sociale e alla tutela dei “beni comuni”;
• uno più decisamente orientato all’innovazione sociale e al consolidamento nel tempo di “comunità” locali – di vario tipo – che si costituiscono e si consolidano via via con la missione di tutelare e valorizzare dei “beni comuni”. Questo indirizzo strategico si fonda sulla selezione di due dei quattro ambiti direttamente serventi rispetto a obiettivi di resilienza ed innovazione sociale.

Figura 2 – I possibili indirizzi strategici delle Strategie di Sviluppo Locale finanziate
a valere dell’approccio LEADER nel Lazio

Il terzo possibile indirizzo strategico, a mio parere, potrebbe essere sia quello più in linea con la richiesta dell’UE di un forte rinnovamento delle SSL ex LEADER, sia quello più interessante.
Esso potrebbe informare delle SSL fortemente orientate alla tutela dei “beni comuni” e all’innovazione sociale, guidate principalmente da forme spontanee di auto-organizzazione sociale che assumono, nell’ambito dei Gruppi di Azione Locale (GAL), un ruolo più rilevante delle Istituzioni locali. Tali dinamiche di auto-organizzazione sociale possono delineare almeno quattro tipologie di comunità che potrebbero dare impulso a delle SSL sia realmente innovative, sia orientate a una gestione informata a principi di “democrazia partecipativa”:
• comunità verdi;
• comunità energetiche;
• comunità solidali;
• comunità culturali.

Come evidenzia lo schema riportato nella figura 3, questa posizione muove in primo luogo dalla disamina delle caratteristiche dei sei ambiti tematici previsti per il LEADER dal PSP 2023-2027, dato che ciascuna delle comunità di cui sopra si lega a uno o più degli ambiti tematici.

Figura 3 – Ambiti tematici per formulare le Strategie di Sviluppo Locale ex LEADER e comunità che nascono e si consolidano con la missione di tutelare “beni comuni” e asset locali

In aggiunta, vi sono due altri elementi da considerare che supportano questa posizione:
• lo stesso Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) annovera diverse azioni di policy volte a rafforzare, direttamente e indirettamente, forme di auto-organizzazione sociale intese a tutelare e valorizzare dei “beni comuni” su scala locale. Preme evidenziare, in particolare, che la costituzione e il consolidamento di comunità verdi e comunità energetiche è oggetto di due specifici Investimenti del PNRR; [2]
• l’esperienza dei “cammini” – “cammini” di varie tipologie, tutte assolutamente coerenti con le comunità indicate poc’anzi e, che sovente, sono mossi da più finalità sociali – dimostra chiaramente come nel nostro Paese vi sia una crescente spinta spontanea dei cittadini all’avvio di forme di auto-organizzazione sociale mosse dalla missione di tutelare e valorizzare “beni comuni” e asset idiosincratici delle aree geografiche interessate, che, nel caso dei “cammini”, sono volte in primo luogo a sostenere un turismo più rispettoso del patrimonio naturale e delle tradizioni locali. [3]
In estrema sintesi, a mio modesto avviso sembra opportuno che le SSL proposte inizialmente per l’attuazione del LEADER (e i definitivi Piani di Sviluppo Locale) debbano essere incardinate su:
1. azioni e progetti in grado di valorizzare i “beni comuni” del territorio (beni pubblici, patrimonio ambientale e relativi servizi ecosistemici o anche beni del patrimonio artistico-culturale);
2. azioni sistemiche di innovazione sociale, che dovrebbero interessare trasversalmente l’intero territorio, come dimostra in tutta Italia l’esperienza sempre più consolidata dei “cammini” (si veda la figura 4).

Figura 4 – I pilastri delle Strategie di Sviluppo Locale orientate all’innovazione sociale

In chiusura vorrei porre in luce due aspetti da investigare ulteriormente con dei post successivi:
• come – e in che misura – si potrebbe fare in modo che, nell’ambito delle SSL, le azioni di tutela e valorizzazione dei “beni comuni” e l’orientamento generale all’innovazione sociale siano informate a valori e principi dell’Iniziativa New European Bauhaus (NEB), che la Commissione ha lanciato ufficialmente il 18 Gennaio 2021. Tale Iniziativa, infatti, si fonda su valori e principi guida trasversali (processi di formulazione degli interventi partecipativi, interdisciplinarietà e attivazione sociale di più stakeholder su più livelli giurisdizionali) che sono certamente funzionali all’avvio di tutte le comunità locali richiamate in precedenza (e non solo di quelle culturali), alla promozione di pratiche di co-progettazione che coinvolgono Istituzioni locali e stakeholder privati e alla diffusione di approcci decisionali partecipativi (approcci partecipativi che dovrebbero caratterizzare ciascuna delle comunità di cui sopra). Inoltre, lo stesso portale della Commissione sull’Iniziativa NEB chiarisce che il valore chiave della bellezza si applica non solo ai luoghi, ma anche a progetti, pratiche ed esperienze di vita; [4]
• quali potrebbero essere le ulteriori linee di finanziamento – nell’ambito del PNRR e dei Programmi pluriennali di spesa cofinanziati dai Fondi Strutturali (sia quelli nazionali, sia quelli della Regione Lazio) – per sostenere comunità verdi, energetiche, solidali e culturali. [5]

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Immagine ex Pixabay

Immagine ex Pixabay

[1] Ieri cadeva l’anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Si tratta di una questione geo-politica estremamente complessa e tragica su cui non sono in grado di dare giudizi di merito sufficientemente informati e ponderati. Ciò detto, certamente mette angoscia e tristezza che nel corso di quest’anno non vi siano state iniziative diplomatiche realmente significative volte a far tacere le armi. No. Si continua solo a discutere di nuove forniture militari all’Ucraina.
Mi viene sempre in mente una triste strofa di “Going Backwards”, una delle canzoni più belle di sempre dei Depeche Mode: «stiamo andando indietro, armati con nuove tecnologie; andando indietro verso la mentalità di un uomo delle caverne».
[2] Come evidenziato a più riprese su questo blog, il PNRR si articola su più livelli logici di programmazione:
• Missioni (6);
• Componenti (16);
• Sub-componenti (Ambiti di intervento);
• Investimenti (134) e Riforme (63).
Nell’ambito della Missione 2 Rivoluzione verde e transizione ecologica vi è uno specifico Investimento volto a sostenere le Comunità Energetiche (anche indicate come Comunità Energetiche Rinnovabili, dato che l’energia generata/consumata da queste comunità in genere viene prodotta tramite “mini centrali” indipendenti, collegate in rete, che valorizzano fonti rinnovabili).
Si tratta, specificamente, dell’Investimento 1.2 Promozione rinnovabili per le Comunità Energetiche e l’auto-consumo (Componente M2C2 Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile, Sub-componente M2C2.1 Incrementare la quota di energia prodotta da Fonti Energetiche Rinnovabili).
Il sostegno alle comunità verdi del PNRR si realizza con l’Investimento 3.2. Green Communities (Missione 2 del PNRR, Componente M2C1 Economia circolare ed agricoltura sostenibile, Sub-componente M2C1.3 Sviluppare progetti integrati) e muove dall’art. 72 della L. 221/2015 del 31.12.2015 che aveva varato una autentica “strategia nazionale delle Green Community”.
L’intervento di sostegno previsto dal PNRR, gestito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Affari Regionali e autonomie, di fatto, è stato implementato nel corso del 2022.
[3] A conferma della natura multi-dimensionale dei “cammini” e del fatto che stiano progressivamente consolidandosi come esperienze di auto-organizzazione la cui missione va oltre la volontà di delineare forme di promozione turistica responsabile e sostenibile, possiamo pensare all’esperienza del Cammino nelle Terre Mutate, che collega Fabriano a L’Aquila, includendo nel percorso non solo L’Aquila, ma anche altri piccoli centri che sono stati martoriati dagli eventi sismici del 2009 e del periodo fra Agosto 2016 ed inizio 2017. Questo “cammino”, pertanto, non si distingue solo per la sua valenza “ambientale” collegando “i sentieri escursionistici e ciclabili di due importanti aree protette: il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e il Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga”, ma è anche un’occasione per coloro che lo percorrono per ricordare un’esperienza drammatica che ancora segna profondamente alcune comunità locali toccate dagli itinerari e, non ultimo, anche per valorizzare delle produzioni tipiche locali e dei siti ambientali o culturali di particolare pregio (nell’itinerario, ad esempio, sono inseriti anche Castelluccio e Norcia).
[4] L’Iniziativa New European Bauhaus (NEB), anche se formalmente presentata dalla Commissione Europea il 18 Gennaio 2021, muove dal Discorso sullo Stato dell’Unione pronunciato dalla Presidente della Commissione von der Leyen di fronte al Parlamento Europeo il 16 Settembre 2020.
In occasione della verifica annuale sullo Stato dell’Unione del 2021, la Commissione ha confermato la centralità dell’Iniziativa rilasciando una Comunicazione sulla NEB in cui questa viene descritta come “un progetto di speranza e di lungo termine, che conferisce una dimensione culturale e creativa al Green Deal europeo al fine di rafforzare l’innovazione sostenibile, la tecnologia e l’economia”. Si veda: European Commission; New European Bauhaus. Beautiful, sustainable, together; COM(2021) 573 del 15.09.2021.
La Commissione a più riprese ha rimarcato che la NEB promuove progetti di rigenerazione territoriale, urbanistica e socio-economica che sono informati a tre valori di base e a tre principi guida che sono riportati sinteticamente nella tavola sinottica inserita nella figura che segue. Come si può osservare, vi sono valori e principi che si rifanno ampiamente ad alcuni tratti caratterizzanti gli approcci allo sviluppo locale bottom-up e partecipativi. L’Iniziativa NEB, pertanto, potrebbe parimenti favorire, su scala locale e non solo, la promozione e la realizzazione di autentiche forme di Public Private People Partnership in cui le persone comuni e i corpi sociali intermedi abbiano più rilevanza che non nel passato rispetto agli amministratori locali.

Figura 5 – Valori e principi guida dell’Iniziativa New European Bauhaus

[5] Questo contributo è un “work in progress” elaborato nell’ambito del progetto di ricerca dell’associazione Centro Studi Funds for Reforms Lab “Politica di sviluppo locale e Strategia Nazionale per le Aree Interne”.

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