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Politiche europee di coesione e Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo

LED 1 - Post 22 aprile 2015

Mercoledì 29 Novembre terrò un seminario nell’ambito dell’insegnamento “Sviluppo Locale” del Corso di Laurea Magistrale in Gestione e Valorizzazione del Territorio presso la Facoltà di Economia dell’Università La Sapienza di Roma (titolare di cattedra è il professor Filippo Celata).
Dopo aver ricordato che nel periodo di programmazione 2021-2027 dei Fondi Strutturali vengono confermate le due principali forme di interventi territorialmente integrati, ossia gli Investimenti Territoriali Integrati (ITI) e lo Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo (SLTP), insisterò molto sul fatto che l’elaborazione di Strategie di Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo (SSLTP) è sempre una sfida professionale ed intellettuale molto interessante, ma vanno tenuti in debita considerazione due aspetti ampiamente trascurati: (i) alla fase di formulazione della strategia seguirà poi una fase attuativa, in cui la “catena logica” dei PSL potrà essere compromessa dai ritardi attuativi nell’esecuzione delle varie macro-tipologie e tipologie di intervento. In genere in Italia non viene mai effettuata una analisi dei rischi che potrebbero compromettere l’attuazione degli interventi; (ii) esistono molteplici vincoli alla formulazione e, soprattutto, all’attuazione del PSL e dei singoli interventi che, di solito, vengono ampiamente trascurati nella fase iniziale di elaborazione delle SSLTP.
E’ opportuno, infatti, che gli studenti dell’insegnamento di “Sviluppo Locale” che seguiranno il seminario abbiano contezza del fatto che quando si elaborano dei PSL che interessano delle aree vaste e annoverano più tipi di intervento integrati bisognerebbe sempre effettuare un’analisi preliminare delle tipologie di intervento inserite nei PSL, della capacità di attuarli dei Beneficiari, dei vari rischi (criticità) che potrebbero condizionare la loro esecuzione e, non ultimo, dei vincoli de jure e de facto alla loro attuazione.

Formulazione delle Strategie di Sviluppo Locale ex approccio LEADER: il ruolo determinante di indirizzi programmatici regionali e vincoli sugli interventi ammissibili

Il post pone in luce che è molto difficile elaborare Strategie di Sviluppo Locale (SSL) ex approccio LEADER realmente informate a un metodo partecipativo, in primis per i molteplici vincoli imposti dal programmatore regionale. In vero, le SSL si pongono, in un certo senso, a metà strada fra visione di sviluppo del territorio e fabbisogni emersi sulla scorta di analisi del contesto socio-economico e di istanze di supporto espresse dai portatori di interesse. Tuttavia, concretamente, priorità strategiche e novero degli interventi finanziabili che vengono inseriti sono dettate da: (i) scelte strategiche già operate nei Complementi per lo Sviluppo Rurale regionali (CSR) con riferimento, in particolare, alle tipologie di interventi di sviluppo rurale del periodo 2023-2027 che potranno essere inseriti nelle SSL dei GAL; (ii) indicazioni delle “schede” dei CSR sull’approccio LEADER e di eventuali Linee Guida regionali sulla formulazione delle SSL ed eventuali ulteriori vincoli riportati negli avvisi di selezione delle proposte di SSL; (iii) criteri di selezione indicati nel CSR (non solo quelli inerenti all’approccio LEADER e alle SSL, ma anche quelli degli interventi che potranno essere inseriti nelle SSL).

L’approccio LEADER 2023-2027 e le pietre d’inciampo della formulazione delle Strategie di Sviluppo Locale

Il post, muovendo dalla locandina molto interessante dell’evento della Rete Rurale Nazionale “Leggere il territorio, leggere sul territorio: quali risultati per il LEADER?”, che si terrà a Roma il 21 e 22 Giugno p.v., discute la possibile applicazione dell’approccio Result-Based Management (RBM) alla formulazione delle Strategie di Sviluppo Locale (SSL) ex metodo LEADER. In particolare, si sofferma sull’affermazione che «il futuro desiderato costituisce il vero punto dal quale partire per definire le Strategie e le azioni che permetteranno di concretizzarlo». Sarebbe certamente auspicabile porre la visione di sviluppo del territorio e l’approccio RBM quali pilastri della formulazione delle SSL, ma questo implica anche delle criticità metodologiche e attuative del percorso di definizione delle SSL che non possono essere trascurate. Inoltre, vi sono due aspetti molto concreti che in questo tipo di seminari vengono sempre elegantemente messi sotto il tappeto: (i) non si può constinuare a parlare di approccio partecipativo e stakeholders da coinvolgere senza dire apertamente che certi gruppi di pressione e i rent-seekers non sono minimamente interessati agli aspetti tecnici della definizione delle SSL e, ciò nonostante, spesso sono a loro a determinarne priorità strategiche e azioni; (ii) l’approccio tecnico suggerito dalla RRN è ampiamente auspicabile, ma essendo un approccio anche complesso, si può ragionevolmente presumere che difficilmente verrà inserito dalle Amministrazioni regionali negli avvisi di selezione delle SSL e dei Gruppi di Azione Locale a valere dei Complementi per lo Sviluppo Rurale regionali.

Gli interventi del PR FESR Lazio per l’agenda urbana e quelli a favore delle aree territoriali fragili

Il post evidenzia come nel Lazio sia elevato il rischio di una eccessiva concentrazione degli interventi dei Fondi Strutturali 2021-2027 nel territorio della Città Metropolitana di Roma Capitale. Questo è dovuto in primo luogo al fatto che nell’ambito del Programma Regionale FESR 2021-2027 è stato inserito l’Obiettivo Specifico 5.1. (OS 5.1) che sostiene la progettazione integrata territoriale nelle aree urbane e non l’Obiettivo Specifico 5.2 che la sostiene in aree di verse da quelle urbane.
Peraltro, anche altre linee di intervento del PR FESR – segnatamente quelle dell’OS 2.7 e dell’OS 4.6 – non sembrano garantire un adeguato focus degli interventi su aree diverse da quelle urbane (l’OS 4.6, peraltro, guardando all’indicatore di realizzazione ad esso associato, dovrebbe sostenere nell’intero periodo 2021-2027 solo 15 progetti).
Questo significa che per le aree diverse urbane, segnatamente quelle strutturalmente più facili, Amministrazioni locali e operatori economici dovranno fare affidamento soprattutto sugli interventi della Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) e su quelli per lo sviluppo rurale della PAC 2023-2027

Strategie di Sviluppo Locale ex approccio LEADER orientate all’innovazione sociale e alla tutela dei “beni comuni”

Come ho anticipato nei precedenti post, le Istituzioni europee hanno indirizzato il dibattito sull’attuazione dell’approccio LEADER nel periodo 2023-2027 in modo che esso sia caratterizzato da: (i) una maggiore concentrazione tematica, per cui le Strategie di Sviluppo Locale (SSL) dovranno essere incardinate su un numero più ristretto di ambiti di policy e di tipologie di intervento; (ii) un maggiore orientamento all’innovazione, segnatamente all’innovazione sociale.
Il post propone dei suggerimenti operativi per delineare delle Strategie di Sviluppo Locale ex LEADER realmente orientate all’innovazione sociale e che siano, da un lato promosse da forme di auto-organizzazione sociale che si generano e si consolidano con la missione di tutelare dei “beni comuni” locali (comunità verdi, comunità energetiche, comunità solidali e comunità culturali) e, dall’altra, agiscano per l’ulteriore empowerment di queste comunità e il consolidamento di esperienze di Public Private People Partnership in cui le persone comuni e i corpi sociali intermedi abbiano più rilevanza che non nel passato rispetto agli amministratori locali.

I possibili indirizzi strategici delle Strategie di Sviluppo Locale che verranno finanziate a valere dell’approccio LEADER nel Lazio

Il post rimarca quanto sia importante che sia il Piano Strategico nazionale per la PAC 2023-2027, sia il Complemento per lo Sviluppo Rurale (CSR) della Regione Lazio con riferimento all’attuazione dell’approccio LEADER prevedano degli stringenti vincoli di concentrazione tematica che indirizzano la formulazione delle Strategie di Sviluppo Locale (queste, infatti, dovranno essere incardinate su due soli ambiti tematici fra i sei indicati dal PSP nazionale e dal CSR Lazio). Tali vincoli, infatti, costringeranno i proponenti delle nuove Strategie a formularle in modo che esse prevedano delle azioni specifiche (e non si limitino a replicare gli interventi ordinari di competenza dell’Autorità di Gestione regionale) e siano realmente innovative. Inoltre, le principali caratteristiche specifiche dell’approccio LEADER (segnatamente l’approccio bottom-up; la particolare forma di gestione partecipata delle SSL e anche il networking); alcuni indirizzi strategici delineati a livello nazionali tramite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) aprono lo spazio per una riflessione su come valorizzare le SSL per cercare di consolidare nel tempo delle tendenze in atto nelle aree rurali e anche nelle aree interne (del Lazio e non solo) per cui vi è un crescente propensione delle comunità locali ad auto-organizzarsi su base volontaria per tutelare e valorizzare i “beni comuni” del territorio (da quelli ambientali a quelli di tradizioni civiche e culturali in cui si riconoscono le comunità) e per valorizzare meglio alcuni asset idiosincratici.

Il Complemento per lo Sviluppo Rurale 2023-2027 della Regione Lazio e l’approccio LEADER

Il post, dopo aver ricordato che lo scorso 12 Gennaio è stato approvato il Complemento per lo Sviluppo Rurale della Regione Lazio per il periodo 2023-2027 (CSR Lazio), illustra brevemente i due interventi che sosterranno l’approccio LEADER (quello sul sostegno preparatorio per la formulazione delle Strategie di Sviluppo Locale e quello per l’attuazione delle stesse).
Infine, rimarca come sia importante che vi siano degli stringenti vincoli di concentrazione tematica che indirizzano la formulazione delle Strategie di Sviluppo Locale (queste, infatti, dovranno essere incardinate su due soli ambiti tematici fra i sei indicati dal CSR Lazio). Tali vincoli, infatti, costringeranno i proponenti delle nuove Strategie a formularle in modo che esse prevedano delle azioni specifiche (e non si limitino a replicare gli interventi ordinari di competenza dell’Autorità di Gestione regionale) e siano realmente innovative.

Una buona notizia per l’economia italiana: approvato il Piano Strategico della PAC 2023-2027

Il post presenta le grandi innovazioni della PAC 2023-2027: la forte semplificazione del sistema concatenato di Obiettivi Generali e Specifici; l’attuazione di tutti gli interventi del I e del II Pilastro sulla base di un Piano Strategico nazionale della PAC e il c.d. “New Delivery Model” per cui i rimborsi agli Stati Membri non seguiranno più semplicemente una logica “compliance based”, bensì una logica “performance based”. Il c.d. “New Delivery Model” impone a tutti gli Stati di rafforzare la programmazione degli interventi, la programmazione annuale degli output da realizzare e delle spese rendicontabili a valere degli output quantificati (sulla cui base si deve effettuare annualmente la c.d. “performance clearance”, che si concentra, pertanto, sulle realizzazioni) e la capacità di formulare obiettivi intermedi e finali realistici per gli indicatori di risultato (sulla cui base viene implementato la c.d. “performance review”).

Fondi Strutturali e “sviluppo territoriale integrato”: il PR FESR Lazio 2021-2027 si distingue per una forte concentrazione degli interventi nelle aree urbane

Il post evidenzia che, quantunque quello del Lazio è il “racconto di due regioni” – con, da un lato, Roma Capitale che, malgrado tanti problemi, è una “città globale” – e, dall’altra, il resto del territorio fatto di varie aree periferiche (i Comuni del versante appenninico della Città Metropolitana di Roma e le quattro Province laziali), il PR FESR Lazio 2021-2027 si caratterizza per una marcata concentrazione degli interventi della “progettazione integrata territoriale” nelle aree urbane (Roma Capitale e le quattro città medie capoluogo di Provincia). L’aspetto più eclatante è la mancata attivazione dell’Obiettivo Specifico 5.2 dei PR FESR che dovrebbe sostenere lo sviluppo locale in aree diverse da quelle urbane.
Questo significa che gli altri Comuni – specialmente quelli più fragili e/o a rischio di spopolamento – dovranno fare lobbying per un più sagace utilizzo da parte della Regione di altri Fondi che possono sostenere lo sviluppo di arre territoriali più fragili, in primis i molteplici finanziamenti a sostegno della Strategia Nazionale per le Aree Interne, ma anche il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), alcune linee di intervento del PNRR più orientate ai territori e altri Fondi “a sostegno della coesione” finanziati dalla fiscalità generale, gestiti direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Andranno verificate con attenzione, nei prossimi mesi, anche le scelte strategiche della Regione in merito agli interventi di sviluppo rurale del Complemento regionale al Piano Strategico nazionale della PAC 2023-2027, in particolare quelli inerenti all’approccio LEADER e all’iniziativa “Piccoli Comuni intelligenti”.

Lo Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo nella programmazione 2021-2027 dei Fondi Strutturali

Il post ricorda che nel periodo di programmazione 2021-2027 dei Fondi Strutturali vengono confermate le due principali forme di interventi territorialmente integrati, ossia gli Investimenti Territoriali Integrati (ITI) e lo Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo (SLTP): Lo SLTP può essere applicato in qualsiasi tipo di territorio (aree urbane, aree rurali e zone costiere), ma non è obbligatorio per i Fondi Strutturali, per il Just Transition Fund (JTF) e per il FEAMPA. Per l’attuazione degli interventi territorialmente integrati finanziati nell’ambito della PAC 2023-2027, invece, va applicato lo SLTP, in quanto esso è, da sempre, praticato nelle aree rurali attraverso l’approccio LEADER. Si noti che l’approccio LEADER, sebbene trovi applicazione nell’ambito della PAC, viene di fatto disciplinato dal Regolamento generale su Fondi Strutturali, JTF e FEAMPA (articoli 31-34 del Reg. (UE) 2021/1060).