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Fondi Strutturali, Next Generation EU e Recovery Plan. Intervista all’esperto senior Vito Vacca

Questo post riporta una intervista all’esperto indipendente Vito Vacca, che vanta una lunga esperienza, anche in campo internazionale, in materia di politiche pubbliche e di fondi europei. In questa intervista egli sviluppa delle autorevoli riflessioni su Next Generation EU e sui Fondi Strutturali 21-27, partendo da alcune domande volte a capire meglio, con il suo gradito contributo, alcuni aspetti critici del Reg. (UE) 2021/241 che disciplinerà il principale dispositivo di spesa di Next Generation EU – il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza – e, di riflesso i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza.

Next Generation EU: alcune critiche al “quadro logico” dei Recovery Plan

Il post illustra alcune criticità del possibile “quadro logico” dei Recovery Plan come emerge dal Reg. (UE) 2021/241 sul Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (che molti, in Italia, si ostinano a chiamare “Recovery Fund”). Il Regolamento, infatti, elenca un numero troppo elevato di obiettivi generali, non indica un obiettivo specifico e, soprattutto, non delinea una serie di nessi causali che da un lato leghino obiettivi “operativi”, obiettivo specifico e impatti attesi di lungo termine e, al tempo stesso, illustrino la ratio dell’assegnazione degli strumenti di policy agli obiettivi. A fronte di queste carenze della base normativa, vi è il fondato rischio che possa essere alquanto debole anche il “quadro logico” dei Recovery Plan.

Next Generation EU: la struttura dei “Recovery Plan”

Il post illustra la struttura di massima dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza – “Recovery Plan” – come emerge dal Reg. (UE) 2021/241 sul Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza. Il Reg. (UE) 2021/241, rispetto alla proposta iniziale della Commissione, propone una serie di vincoli aggiuntivi che, a mio avviso, non possono che essere accolti positivamente. La rigida struttura imposta dal Regolamento ai “Recovery Plan” aiuterà il nuovo Governo a frenare “l’assalto alla diligenza” e non è certo un elemento di novità assoluta. Amministrazioni centrali e Regioni, infatti, sono ormai tre decenni che formulano e gestiscono i Programmi Operativi cofinanziati dai Fondi Strutturali, molto più rigidi dei “Recovery Plan”.

Le rilevanti conseguenze sul processo di integrazione europea di Next Generation EU

Il post rimarca la rilevanza politica di Next Generation EU (NGEU) per lo stesso processo di integrazione europea. Per la prima volta nella storia dell’UE, infatti, la Commissione Europea darà corso a un massiccio piano di emissione di titoli di debito europei, attraverso il dispositivo giuridico “Strumento dell’UE per la ripresa” per finanziare interventi di contrato degli effetti recessivi della pandemia che, tra l’altro, avranno come effetto una forte redistribuzione di risorse fra gli Stati Membri (l’Italia ne sarà fra i principali beneficiari). NGEU e il dispositivo giuridico – “EU Recovery Instrument” – attraverso il quale la Commissione raccoglierà risorse finanziarie straordinarie sui mercati dei capitali per finanziare il Piano per la Ripresa Europea costituiscono non solo una poderosa spinta dal lato della domanda al rilancio post-pandemico dell’economia europea, ma anche dei fattori di profondo rinnovamento dell’impianto delle politiche pubbliche dell’UE. Essi, inoltre, potrebbero parimenti contribuire in modo decisivo a ridisegnare il sistema di governance delle politiche europee e nazionali e ad indirizzare il processo di integrazione europea nella direzione di una autentica “unione fiscale”.

Il “Green Deal europeo” quale riferimento strategico del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 e di Next Generation EU

Il post illustra la valenza strategica del “Green Deal europeo”, che si può considerare un autentico faro delle politiche pubbliche dell’UE nel nuovo decennio e, quindi, il successore della strategia “Europe 2020”. Il “Green Deal europeo”, costituisce certamente il quadro strategico di riferimento per il Piano per la Ripresa Europea approvato dal Consiglio Europeo del 23.04.2020 e per il piano NGEU (e, quindi, per i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza che saranno finanziati a valere del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza). Tuttavia, alla luce della sua capacità di influenzare molteplici ambiti di policy, sarà parimenti il faro del Quadro Finanziario Pluriennale e dei Programmi Nazionali di Riforma (PNR) che gli Stati debbono annualmente presentare alle Istituzioni comunitarie nell’ambito del “semestre europeo”.

La valenza politica del Quadro Finanziario Pluriennale dell’UE

Il post illustra la valenza politica del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), la cui struttura rispecchia le priorità di policy dell’UE. Il QFP, infatti, è suddiviso in rubriche (e sotto-rubriche), corrispondenti alle grandi priorità di policy dell’UE. Esso, inoltre, contribuisce a rafforzare la disciplina di bilancio, dal momento che fissa dei massimali per gli stanziamenti di impegno (“appropriations for commitments”) a livello di singole rubriche e un massimale globale per gli stanziamenti di spesa (“appropriations for payments”).

Next Generation EU: l’importanza della Decisione sulle risorse proprie dell’UE

Questo post, in assoluta continuità con quello precedente del 10.01.2021, è inteso a spiegare meglio l’importanza della Decisione sulle “risorse proprie” dell’UE per l’attuazione del piano straordinario da 750 miliardi di Euro Next Generation EU e, in Italia, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Quest’ultimo è oggetto di un acceso confronto politico. I decisori pubblici, tuttavia, dovrebbero tenere conto anche del fatto che la Decisione del Consiglio sulle “risorse proprie” (entrate ordinarie del bilancio europeo) dovrà essere confermata da tutti gli Stati Membri, secondo le loro norme costituzionali.

Next Generation EU, lo Strumento dell’UE per la ripresa e le entrate del bilancio europeo

Il 22.12.2020 è stato pubblicato sulla GUUE il pacchetto legislativo sul bilancio pluriennale 2021-2027 dell’UE e su Next Generation EU (più precisamente sullo Strumento dell’UE per la ripresa). Ciò nonostante, nel dibattito italiano, dopo sei mesi di confronti e negoziati a livello europeo, si continua a fare confusione fra il piano strategico Next Generation EU, lo Strumento dell’UE per la ripresa (in inglese “EU Recovery Instrument”) e il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (in inglese “Recovery and Resilience Facility”). Questo post, quindi, è volto a ribadire che lo Strumento dell’UE per la ripresa non è un vero piano di spesa, bensì lo strumento di natura temporanea ed eccezionale di cui si è dotata l’UE per raccogliere risorse finanziarie supplementari (e giuridicamente molto particolari) rispetto alle risorse ordinarie dell’UE (indicate in gergo come “risorse proprie”).

I negoziati gemelli su Next Generation EU e sui Fondi Strutturali post 2020

Il post valorizza alcune osservazioni critiche su Next Generation EU e sul Dispositivo per la ripresa e la resilienza, avanzate in due recenti contributi di analisi della Corte dei Conti Europea, per invitare a una riflessione sulla pressante urgenza che Governo nazionale e Regioni accelerino non solo la formulazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ma anche quella dei programmi pluriennali cofinanziati dai Fondi Strutturali. Questo per valorizzare complementarità e potenziali sinergie fra le linee di finanziamento di Next Generation EU e i Fondi Strutturali post 2020, ma anche per trattare con congruo anticipo certe criticità inerenti all’attuazione delle linee di intervento dei PNRR che, per anni, si sono ampiamente registrate anche nel corso dell’attuazione dei Programmi Operativi cofinanziati dai Fondi “per la coesione” e da quelli per lo sviluppo rurale. Fra queste, in Italia, meriterebbero maggiore attenzione le difficoltà di assorbimento delle risorse stanziate ed anche la qualità e l’impatto di medio-lungo termine deludenti dei progetti ammessi a beneficio.

Next Generation EU: a partire dal 15 Ottobre gli Stati Membri possono presentare la versione preliminare dei Piani di Ripresa e Resilienza

Il post è inteso a fare chiarezza sulle scadenze per la presentazione dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza che gli Stati Membri dovranno presentare, al più tardi entro il 30.04.2021, per accedere ai finanziamenti del Dispositivo per la ripresa e la resilienza (“Recovery and Resilience Facility”), che è di gran lunga la principale linea di finanziamento di Next Generation EU.