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Riesame intermedio dei Programmi Regionali FESR 21-27: cosa cambia dopo l’approvazione del Regolamento STEP sulle tecnologie strategiche per l’UE

Il post rimarca che il «Regolamento STEP» – inteso a sostenere lo sviluppo delle tecnologie strategiche critiche per l’autonomia strategica dell’UE – propone delle modifiche alla base normativa dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali che sono destinate a incidere ampiamente sul loro disegno strategico, prevedendo delle condizioni molto favorevoli alla riallocazione di risorse finanziarie verso i nuovi Obiettivi Specifici e i nuovi campi di intervento del FESR introdotti dal tale Regolamento: Inoltre, rivede ampiamente il processo di riesame intermedio dei Programmi.
Le modifiche del novero di Obiettivi Specifici – riguarda solo il FESR – e quelle dei campi di intervento – riguarda FESR e FSE Plus – si possono considerare come scelte tecniche.
Le scelte sulla revisione del processo di riesame intermedio, invece, sono mosse anche da scelte politiche sull’allocazione delle scarse risorse del bilancio dell’UE fra le varie priorità di policy abbastanza discutibili.
Stante l’importanza di rafforzare l’autonomia strategica dell’UE, una volta di più si persegue un obiettivo strategico a livello comunitario senza stanziare “fresh money” e annichilendo i Fondi Strutturali – strumenti con un mandato di policy ben preciso e con una solida base legislativa nei Trattati UE – al mero strumento di bancomat dell’UE.
Inoltre, il riesame intermedio viene ampiamente svuotato del suo ruolo di “mid term review” strategica intesa a riorientare l’attuazione dei Programmi nello scorcio finale della programmazione sulla base di nuove sfide e nuove priorità di sviluppo delle regioni (in particolare di quelle meno sviluppate) e dei primi risultati e delle “lezioni dell’esperienza” dell’attuazione delle linee di finanziamento dei Programmi approvati inizialmente.

Il PNRR: una grande “macchina di spesa pubblica” di cui pochi conoscono davvero motore, carrozzeria e optional di serie

In questi mesi si sta già avviando il dibattito sui Fondi Strutturali post 2027. Un elemento del dibattito da non trascurare concerne la possibile applicazione alla politica di coesione dell’UE di un modello di intervento simile a quello del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (il principale strumento di finanziamento del PNRR). Mi è sembrato opportuno, quindi, richiamare di nuovo in questo post le principali differenze fra il sistema di governance del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e quello dei Fondi Strutturali. Vi sono tre elementi di riflessione principali che vengono rimarcati: (i) i Fondi Strutturali alimentano una congerie di Programmi di spesa, mentre invece il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza alimenta un unico grande Programma pluriennale (il PNRR appunto); (ii) i Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali hanno un obiettivo di fondo ben definito che è quello di ridurre i divari territoriali nei livelli di sviluppo, mentre invece il PNRR è un Programma con molteplici obiettivi (è, di fatto, una grande Legge di Bilancio); (iii) il PNRR è un Programma pluriennale molto articolato, conosciuto adeguatamente solo dagli addetti ai lavori e, quel che è peggio, conosciuto ben poco sia da gran parte dei decisori politici, sia da gran parte dei giornalisti.

Disegno strategico e modalità attuative performance based delle Strategie Territoriali del PR FESR Lazio 2021-2027

Borgo italiano

Il post propone una lettura critica delle Linee Guida sulle Strategie Territoriali (ST) attuate nelle aree urbane oggetto d’intervento dell’OS 5.1. del PR FESR Lazio 2021-2027 (Roma Capitale e le quattro “aree urbane medie” di Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo), che sono state approvate dalla Regione Lazio con DGR n. 1159/2022. Le Linee Guida hanno il grande pregio di rimarcare da subito che «la ST si configura come strumento di sintesi e di pianificazione degli interventi di sviluppo urbano a livello locale che interessano diversi settori di policy» e prevedono che in sede di ratifica delle ST fra Autorità di Gestione (ADG) del PR FESR Lazio e Amministrazioni beneficiarie, verrà di fatto approvato da subito anche l’intero “parco progetti”.
Le Linee Guida prevedono anche un interessante meccanismo performance based di implementazione delle ST che, essenzialmente, si fonda sulla richiesta alle Amministrazioni beneficiarie di suddividere tutti i progetti in “operazioni di prima fase” (interventi infrastrutturali per i quali sono prevedibili tempi alquanto lunghi di attuazione) e “operazioni di seconda fase”, da attuare, appunto, in una “seconda fase”, che scatterà integralmente se e solo se quelli di “prima fase” saranno stati oggetto di affidamento esecutivo entro 18 mesi dalla ratifica della Convenzione fra ADG e Amministrazioni beneficiarie.
Questo significa che, di fatto, la suddivisione delle “operazioni” oggetto delle Convenzioni nei due blocchi dei progetti di “prima fase” e di “seconda fase” implica anche una suddivisione del montante di risorse in due blocchi distinti: (i) la dotazione finanziaria dei progetti infrastrutturali di “prima fase” – probabilmente più rilevante considerando la tipologia di interventi – che non dovrebbe essere oggetto di decurtazioni, anche nel caso di ritardi nell’affidamento della realizzazione delle opere; (ii) quella dei progetti di “seconda fase” che, nel caso di Amministrazioni del tutto inefficienti, potrebbe essere completamente azzerata. Un siffatto meccanismo performance based di rimborso del secondo blocco delle “operazioni di seconda fase” delle ST comporta, quindi, un elemento di aleatorietà dell’effettiva disponibilità di risorse finanziarie che sosterranno le ST di cui le Amministrazioni beneficiarie dovrebbero, fin d’ora, tenere adeguatamente conto.

Valorizzazione del patrimonio culturale: alcune note sul bando “attrattività dei borghi” del PNRR

In questo post, dopo aver richiamato la similitudine fra Investimento 2.1 Attrattività dei borghi storici del PNRR (Sub-componente M1C3) e Obiettivo Specifico 4.6 Cultura e turismo sostenibile del PR FESR Lazio (OS 4.6), provo in primo luogo a invitare dirigenti e funzionari dell’Autorità di Gestione del PR FESR Lazio a dare corso agli interventi dell’Obiettivo Specifico 4.6 prendendo come termini di riferimento proprio le due Linee di intervento dell’Investimento 2.1 del PNRR (segnatamente l’avviso di selezione dei progetti di rigenerazione culturale e sociale della Linea B). Questo per il fatto che la logica di intervento dell’OS 4.6. è assolutamente simile a quella dei due sub-interventi della Linea B dell’Investimento Attrattività dei borghi storici. Essa, infatti, poggia sull’idea di riqualificare luoghi storico-culturali e di elevato pregio architettonico per farli diventare spazi di fruizione artistico e culturale, ma anche spazi per l’erogazione di servizi tradizionali e innovativi di cura alla persona e alla comunità. A tal fine vengono anche previste azioni di sostegno per promuovere pratiche di cittadinanza attiva e la presa in carico di tali servizi da parte di “imprese sociali” e associazioni.
In secondo luogo, provo a evidenziare – anche considerando l’avviso di selezione dei Piani integrati delle Green Communities (Investimento 3.2 Green Communities del PNRR) – che, sempre di più, la maggior parte delle azioni di policy potenzialmente a diretto beneficio dei Comuni – quale che sia la fonte di finanziamento – richiede ormai sistematicamente la partecipazione in forma aggregata di più Comuni (o altri Enti con finalità pubbliche). Si potrebbe dire che ormai “nessun Comune si salva da solo”.

Strategie di valorizzazione di beni comuni culturali: le opportunità di finanziamento nelle aree interne del Lazio

Il post presenta le principali opportunità di finanziamento di comunità culturali nelle aree rurali del Lazio, focalizzando l’attenzione su quelle legate alla programmazione FESR 2021-2027 e agli interventi per lo sviluppo rurale 2023-2027.
Il post, di fatto, si limita a presentare l’Obiettivo Specifico 4.6 Cultura e turismo sostenibile del PR FESR Lazio 2021-2027, in quanto la Regione Lazio non ha attivato l’OS 5.2. Progettazione territoriale integrata in aree non urbane. Peraltro, esaminando il Complemento per lo Sviluppo Rurale 2023-2027 che descrive gli interventi di sviluppo rurale che verranno finanziati fino al 2027 si riscontra che non sono stati attivati i due interventi che dovrebbero sostenere il potenziamento dei servizi di base per la popolazione – fra cui i servizi culturali – nelle aree rurali (SRD007 – Investimenti in infrastrutture per l’agricoltura e per lo sviluppo socio-economico delle aree rurali; SRD009 – Investimenti non produttivi in aree rurali).
Questo significa che per le aree rurali del lazio oltre all’Obiettivo Specifico 4.6 del PR FESR si potrà fare affidamento solo interventi delle Strategie di Sviluppo Locale (SSL) che verranno realizzati a valere del LEADER. Pertanto, è ampiamente auspicabile che le partnership locali che proporranno delle SSL a valere del LEADER valorizzino soprattutto gli ambiti tematici previsti dal PSP 2023-2027 maggiormente orientati all’innovazione sociale e alla valorizzazione di beni e siti culturali: (i) sevizi, beni, spazi collettivi e inclusivi; (ii) sistemi di offerta socio-culturali turistico-ricreativi locali.

Strategie di Sviluppo Locale ex approccio LEADER orientate all’innovazione sociale e alla tutela dei “beni comuni”

Come ho anticipato nei precedenti post, le Istituzioni europee hanno indirizzato il dibattito sull’attuazione dell’approccio LEADER nel periodo 2023-2027 in modo che esso sia caratterizzato da: (i) una maggiore concentrazione tematica, per cui le Strategie di Sviluppo Locale (SSL) dovranno essere incardinate su un numero più ristretto di ambiti di policy e di tipologie di intervento; (ii) un maggiore orientamento all’innovazione, segnatamente all’innovazione sociale.
Il post propone dei suggerimenti operativi per delineare delle Strategie di Sviluppo Locale ex LEADER realmente orientate all’innovazione sociale e che siano, da un lato promosse da forme di auto-organizzazione sociale che si generano e si consolidano con la missione di tutelare dei “beni comuni” locali (comunità verdi, comunità energetiche, comunità solidali e comunità culturali) e, dall’altra, agiscano per l’ulteriore empowerment di queste comunità e il consolidamento di esperienze di Public Private People Partnership in cui le persone comuni e i corpi sociali intermedi abbiano più rilevanza che non nel passato rispetto agli amministratori locali.

I possibili indirizzi strategici delle Strategie di Sviluppo Locale che verranno finanziate a valere dell’approccio LEADER nel Lazio

Il post rimarca quanto sia importante che sia il Piano Strategico nazionale per la PAC 2023-2027, sia il Complemento per lo Sviluppo Rurale (CSR) della Regione Lazio con riferimento all’attuazione dell’approccio LEADER prevedano degli stringenti vincoli di concentrazione tematica che indirizzano la formulazione delle Strategie di Sviluppo Locale (queste, infatti, dovranno essere incardinate su due soli ambiti tematici fra i sei indicati dal PSP nazionale e dal CSR Lazio). Tali vincoli, infatti, costringeranno i proponenti delle nuove Strategie a formularle in modo che esse prevedano delle azioni specifiche (e non si limitino a replicare gli interventi ordinari di competenza dell’Autorità di Gestione regionale) e siano realmente innovative. Inoltre, le principali caratteristiche specifiche dell’approccio LEADER (segnatamente l’approccio bottom-up; la particolare forma di gestione partecipata delle SSL e anche il networking); alcuni indirizzi strategici delineati a livello nazionali tramite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) aprono lo spazio per una riflessione su come valorizzare le SSL per cercare di consolidare nel tempo delle tendenze in atto nelle aree rurali e anche nelle aree interne (del Lazio e non solo) per cui vi è un crescente propensione delle comunità locali ad auto-organizzarsi su base volontaria per tutelare e valorizzare i “beni comuni” del territorio (da quelli ambientali a quelli di tradizioni civiche e culturali in cui si riconoscono le comunità) e per valorizzare meglio alcuni asset idiosincratici.

Monitoraggio e valutazione dei progetti: la tecnica dell’Earned Value Management

L’approccio convenzionale alla misurazione dell’avanzamento dei progetti e dei Programmi complessi cofinanziati dai Fondi Strutturali è di fatto basato sul monitoraggio di Key Performance Indicators (indicatori di efficienza ed indicatori di efficacia relativi sia alla capacità di realizzare gli output programmati all’inizio, sia alla capacità di spendere le risorse). I riferimenti del monitoraggio e della valutazione sono in primo luogo degli indicatori “di avanzamento” (fisico e finanziario). Si tratta di un approccio “a compartimenti stagni”, per cui si monitora l’avanzamento di questi indicatori e si formulano dei giudizi su avanzamento fisico, avanzamento finanziario e avanzamento procedurale. La tecnica di controllo Earned Value Management, invece, si fonda su un approccio integrato nel senso che tiene insieme il controllo sull’avanzamento di attività e di output da produrre, sul rispetto delle scadenze principali indicate nel cronoprogramma e sulla capacità di tenere sotto controllo i costi in corso d’opera, in modo che al termine non vi siano sforamenti del budget e che, qualora vi siano delle economie di risorse, queste siano dovute, com’è desiderabile, a un’elevata efficienza complessiva. L’EVM si basa su tre variabili di base (Planned Value, Actual Cost ed Earned Value) e su due variabili “di scostamento”. Una è definita Schedule Variance, in quanto consente di tenere sotto controllo la capacità del progetto di rispettare il piano di lavoro iniziale ed una è definita Cost Variance in quanto consente di tenere sotto controllo la coerenza delle spese effettive maturate in itinere con quanto pianificato inizialmente.

Gli interventi del PR FESR Lazio a sostegno della cultura e del turismo sostenibile e i “nomadi digitali”

Il post presenta l’Obiettivo Specifico 4.6 Cultura e turismo sostenibile del PR FESR Lazio 2021-2027.
Questo Obiettivo Specifico presenta una logica di fondo che si è ormai ampiamente radicata nelle politiche pubbliche a sostegno del turismo sostenibile e del rilancio dei piccoli paesi. Tale logica poggia sull’idea di riqualificare luoghi storico-culturali e di elevato pregio architettonico per farli diventare spazi di fruizione artistico e culturale, ma anche spazi per l’erogazione di servizi tradizionali e innovativi di cura alla persona e alla comunità. A tal fine vengono anche previste azioni di sostegno per promuovere pratiche di cittadinanza attiva e la presa in carico di tali servizi da parte di “imprese sociali” e associazioni (in fondo questa è anche la logica del bando “Attrattività borghi” del PNRR). L’aspetto specifico che provo ad evidenziare è che tali interventi non dovrebbero solo puntare ad attrarre più turisti, ma anche e soprattutto ad attrarre nuovi residenti, fra i quali dovrebbero essere oggetto di particolare attenzione i “nomadi digitali” (lavoratori che possono lavorare da remoto e, quindi, possono anche spostare la loro residenza dai grandi centri a dei piccoli paesi particolarmente attrattivi per la ricchezza di siti culturali, per il patrimonio ambientale e per i ritmi più lenti di vita). Sono condizioni abilitanti ineludibili rispetto all’obiettivo di attrarre “nomadi digitali” che i piccoli paesi offrano prestazioni di connettività digitale molto elevate e che sia parimenti disponibile un novero soddisfacente di servizi alla persona e alla comunità.

Lo “sviluppo territoriale integrato” nelle aree marginali del Lazio: quali opportunità di finanziamento nell’ambito della politica di coesione nazionale?

Il post ricorda che il PR FESR Lazio 2021-2027 si caratterizza per una marcata concentrazione degli interventi della “progettazione integrata territoriale” nelle aree urbane. L’aspetto più eclatante della evidente scarsa attenzione per le “aree interne” ed altre aree a rischio di marginalità sociale è la mancata attivazione dell’Obiettivo Specifico 5.2 dei PR FESR, che dovrebbe sostenere lo sviluppo locale in aree diverse da quelle urbane. A fronte della scelta ampiamente discutibile di non attivare l’OS 5.2 del PR FESR, per i Comuni delle aree territoriali più fragili del Lazio sarà opportuno capire meglio come valorizzare gli interventi della politica di coesione finanziati con finanza pubblica nazionale. Fra questi si ricordano il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), il Fondo di Sostegno ai Comuni marginali e il Fondo concorsi progettazione e idee per la coesione territoriale. Infine, si evidenzia che una partita importante si giocherà con l’attuazione a livello regionale, nel periodo fino al 2027, della Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), di fatto non pervenuta nella programmazione regionale 2014-2020.