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Formulazione delle Strategie di Sviluppo Locale ex approccio LEADER: il ruolo determinante di indirizzi programmatici regionali e vincoli sugli interventi ammissibili

«Arriva un momento in cui
il silenzio è tradimento» 
Martin Luther King

1. Come evidenziato nel precedente post, la Rete Rurale Nazionale (RRN), nella locandina di presentazione del seminario “Leggere il territorio, leggere sul territorio: quali risultati per il LEADER? – 21 e 22 Giugno – su approccio LEADER e formulazione delle Strategie di Sviluppo Locale (SSL) nel periodo 2023-2027, pone in luce che:
• «il futuro desiderato costituisce il vero punto dal quale partire per definire le Strategie e le azioni che permetteranno di concretizzarlo;
• nel processo di costruzione delle Strategie si devono prima di tutto individuare i risultati da raggiungere e, lavorando a ritroso, determinare gli interventi da adottare per guidare la trasformazione verso quel futuro».
2. La RRN, pertanto, invita ad adottare un approccio “Result-Based Management” (RBM) ed a definire la “catena logica” della SSL “lavorando a ritroso” a partire dal “futuro desiderato”.
Si tratta di un approccio generale ampiamente condivisibile, ma che, di fatto, non sarà mai un percorso integralmente “a ritroso”, come evidenzio in termini sintetici nella figura 1.

Figura 1 – Fasi logiche principali della formulazione di Strategie di Sviluppo Locale
secondo un approccio Result-Based Management

3. Nel precedente post avevo evidenziato che, peraltro, l’approccio suggerito dalla RRN si può considerare un processo “in vitro” alquanto distante dalla realtà fattuale. Anche se Regolamenti e Linee Guida sull’approccio LEADER rimarcano la centralità della partecipazione dal basso alla formulazione delle scelte strategiche, come è ben noto gli elementi realmente decisivi sono:
• le scelte programmatorie delle Amministrazioni regionali (aspetto esaminato in questo post);
• l’influenza di gruppi di pressione organizzati che non sono minimamente interessati all’analisi di contesto socio-economico e/o alle modalità di gestione delle sessioni di progettazione partecipativa, ma che, di fatto, grazie alla loro forza negoziale sono quelli che incidono realmente su priorità strategiche e interventi finanziabili dei Piani di Sviluppo Locale (PSL) che verranno gestiti dai GAL. Vanno poi tenuti in debita considerazione anche i comportamenti opportunistici dei rent seekers e quelli ostativi e di sabotaggio realizzati dalle c.d. “parti lese” (aspetto che tratterò nel prossimo post). [1]
4. La SSL si pone, in un certo senso, a metà strada fra visione di sviluppo del territorio e fabbisogni emersi sulla scorta di analisi del contesto socio-economico e di istanze di supporto espresse dai portatori di interesse, ma non si possono certo considerare le sessioni di progettazione partecipativa la fucina dei contenuti di una SSL. In realtà la sua articolazione interna e le sue priorità sono dettate da:
• scelte strategiche già operate nei Complementi per lo Sviluppo Rurale regionali (CSR) che, in genere, dettano i riferimenti strategici anche per l’approccio LEADER e  i vincoli sulle tipologie di interventi di sviluppo rurale del periodo 2023-2027 che potranno essere inseriti nei PSL dei GAL;
• indicazioni delle “schede intervento” dei CSR sull’approccio LEADER e di eventuali Linee Guida regionali sulla formulazione delle SSL ed eventuali ulteriori vincoli riportati negli avvisi di selezione delle proposte di SSL;
• criteri di selezione indicati nel CSR (non solo quelli inerenti all’approccio LEADER e alle SSL, ma anche quelli degli interventi che potranno essere inseriti nei PSL). [2]

Figura 2 – Influenza determinante delle scelte strategiche delle Amministrazioni Regionali
sulla formulazione delle SSL ex approccio LEADER

5. Pertanto, appare ampiamente eccessiva l’enfasi del Seminario della RRN su formulazione della visione quale cardine della formulazione e sull’applicazione, a partire dalla visione, di un approccio “backward looking” alla formulazione della SSL. Senza tanti giri di parole, ciò che conta davvero è esaminare con molta attenzione priorità strategiche e vincoli di ammissibilità e criteri di selezione delineati dalle Amministrazioni regionali. Questi, inter alia, condizioneranno pure:
la perimetrazione dell’analisi socio-economica. Infatti, se emerge che una data Regione è intenzionata a puntare soprattutto sul potenziamento, tramite le SSL gestite dai GAL, della fornitura su scala locale di servizi di base alla popolazione rurale, l’analisi di contesto e, a seguire, analisi SWOT e determinazione dei fabbisogni, inevitabilmente, saranno focalizzate su indicatori demografici, criticità sociali e scarsità relativa di determinati servizi di cura alla persona e alla comunità;
alcune conclusioni dell’analisi socio-economica e, in parte, la stessa trama di fondo della SSL (è triste dirlo, ma se per rendere più coerente la proposta di SSL con vincoli programmatici e criteri di selezione stabiliti dalle Amministrazioni Regionali può essere utile evidenziare alcuni aspetti in particolare, i famosi incontri di progettazione partecipativa saranno preparati e gestiti in modo tale che gli astanti vengano “accompagnati” a convenire su certi fabbisogni e su certi possibili interventi già individuati a tavolino).
6. Al limite se, come sarebbe auspicabile, si volesse davvero “dare fiducia al territorio” e condurre una onesta e rigorosa “attività di ascolto” per formulare la proposta di SSL, si dovrebbe comunque dire apertamente a tutti i portatori di interesse che si sta costruendo una proposta di SSL desiderabile, ma che poi quella che, effettivamente, si dovrà candidare e si dovrà realizzare sarà, inevitabilmente, condizionata da vincoli programmatici e criteri di selezione previsti dalle Amministrazioni Regionali. [3]

*************

[1] I portatori di interesse relativamente più deboli, in questa luce, è bene che siano presenti agli eventi partecipativi non tanto per incidere rispetto alle scelte strategiche, quanto per avere più elementi informativi per imbastire una strategia difensiva nei confronti di gruppi di pressione e rent seekers.
[2] I due interventi di sviluppo rurale 2023-2027 per realizzare l’approccio LEADER sono:
SRG05 – Supporto preparatorio LEADER (sostegno alla preparazione delle strategie), che riprende, di fatto, la SottoMisura 19.1 dei Programmi di Sviluppo Rurale 2014-2022;
SRG06 – LEADER – Attuazione Strategie di Sviluppo Locale, che di fatto si pone in assoluta continuità con la SottoMisura 19.2 dei Programmi di Sviluppo Rurale 2014-2022.
[3] Per illustrare meglio questo aspetto è opportuno richiamare, qui, i capisaldi della formulazione dei progetti di sviluppo socio-economico – segnatamente quelle inerenti alla fase di analisi – come delineati nel manuale di Andrea Stroppiana (Stroppiana A. (2009), Progettare in contesti difficili. Una nuova lettura del Quadro Logico, F. Angeli, Milano):
• Fase di analisi degli attori chiave (stakeholders);
• Fase di analisi dei problemi;
• Fase di analisi degli obiettivi;
• Fase di analisi delle strategie.
Stroppiana, nel manuale (v. pag. 87), correttamente suddivide l’analisi delle strategie in due blocchi:
l’individuazione delle strategie descritte nell’albero [degli obiettivi]. Stroppiana richiama anche il termine inglese usato che è “clustering”, che pone in luce l’dea di raccogliere in sub-gruppi i possibili obiettivi e, di riflesso, individuare delle sub-strategie;
la scelta delle strategie di progetto (di fatto, la delimitazione della portata del progetto, in base ad una analisi di fattibilità tecnica, amministrativa e finanziaria del progetto nel suo insieme, analisi di fattibilità che potrebbe comportare la scelta dolorosa di tagliare completamente delle sub-strategie definite in sede di “clustering”). Anche qui, per completezza, Stroppiana richiama il termine inglese usato – “scoping” – che non è facilmente traducibile nella lingua italiana, ma che è la fase che definisce la portata (la perimetrazione) di un dato progetto.
Quanto sopra significa che, anche volendo definire con metodi realmente partecipativi un progetto di sviluppo socio-economico (o un piano di area vasta), sarà bene ricordare a tutti gli stakeholder che, probabilmente, l’articolata strategia abbozzata, andrà poi circoscritta – il che significa che, concretamente, alcuni tipi di intervento richiesti non potranno essere realizzati – sulla base di vari fattori condizionanti, primo fra tutti i vincoli su priorità strategiche e interventi ammissibili delineati nei documenti di programmazione regionali. Invece, purtroppo, molto spesso i c.d. “animatori territoriali” tendono a passare un po’ sotto silenzio questo elemento.

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