Formulazione dei PSL dei GAL del Lazio: alcuni suggerimenti concreti

“However beautiful the strategy,
you should occasionally
look at the results”

Winston CHURCHILL

Il percorso analitico per la formulazione dei PSL

Nel post del 5 aprile avevo espresso dei suggerimenti generali, basati sui vincoli del bando della Regione Lazio per la selezione dei GAL, inerenti la formulazione dei Piani di Sviluppo Locale (PSL). [1]

In questo post,

  • confermo l’importanza della scelta prioritaria di un ambito tematico (o, al più, tre) fra quelli indicati nell’Accordo di Partenariato nazionale e nel bando stesso. Tale scelta, inevitabilmente, è influenzata soprattutto dal parere di quegli amministratori locali e quegli operatori privati che si pongono come i principali promotori della costituzione del GAL. Questo è un punto metodologicamente discutibile, che tradisce lo spirito dell’approccio LEADER, ma è anche una scelta obbligata alla luce dei tanti vincoli del bando e dei tempi molto ristretti per la formulazione dei PSL;
  • esprimo alcune umili indicazioni sul percorso analitico da intraprendere in seguito per garantire la coerenza fra “fabbisogni” e ambiti tematici/interventi e, al tempo stesso, cercare di valorizzare quanto più possibili domande latenti e indicazioni sugli interventi dei portatori di interesse, come vorrebbe l’approccio LEADER [2].

Nell’ipotesi si vogliano selezionare tre ambiti di intervento, una volta che tale scelta è stata fatta, si possono individuare, fino al 31 maggio (data limite per la presentazione dei PSL), due fasi di lavoro verticali (sequenziali) e due fasi trasversali [3].

Le fasi verticali (necessariamente da chiudere almeno due settimane prima della scadenza del bando) sono:
I. analisi on the desk dei fabbisogni (problemi del contesto locale) congruenti con gli ambiti tematici selezionati e loro gerarchizzazione, tenendo conto di:

  • dati statistici aggiornati sul quadro socio-economico (considerando in primo luogo filiere agro-forestali, andamento e competitività del comparto agricolo e di quello zootecnico e stato del patrimonio ambientale e forestale);
  • indicazioni dei portatori di interesse sui fabbisogni di interventi (problemi) per ciascuno degli ambiti tematici selezionati (a mio modesto avviso, guidate sulla base di schede di rilevazione dei fabbisogni pre-impostate);
  • indicazioni dei portatori di interesse (anche qui guidate sulla base di schede di rilevazione pre-impostate) sulle filiere produttive agro-forestali maggiormente rilevanti per quel territorio e sui fabbisogni specifici di tali filiere. [4]

approved-1049259_640L’obiettivo principale di questa fase è quello di delineare una analisi SWOT per ciascuno degli ambiti tematici. In base a tale analisi si possono già abbozzare delle ipotesi di intervento;

II. analisi approfondita e condivisa con i portatori di interesse sugli interventi da realizzare attraverso dei focus tematici più ristretti.
In sostanza si dovrebbero tenere tre focus tematici (uno per ciascun ambito di intervento), in cui:

  • si validano le indicazioni emerse nella fase I sulla gerarchizzazione dei fabbisogni;
  • si raccolgono le indicazioni dei portatori di interesse sulle “operazioni” da inserire nel PSL sulla base di schede di rilevazione pre-impostate su Misure/Sottomisure e “operazioni” ammissibili a beneficio [5];
    si raccolgono le indicazioni dei portatori di interesse anche in merito ai tre obiettivi trasversali dei PSL (innovazione, tutela dell’ambiente e mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici);
  • si valutano insieme ad amministratori locali ed operatori privati i fabbisogni di formazione professionale e servizi di consulenza del territorio e delle popolazioni interessate (l’Allegato 2 al bando chiede espressamente di inserire questa analisi nel PSL).

Le fasi trasversali sono:

  • attività di animazione per informare l’intera popolazione interessata (e non solo operatori pubblici e privati promotori del GAL) e raccogliere le loro domande latenti e le loro indicazioni sugli interventi da inserire nel PSL (informando adeguatamente tutti gli stakeholders sul fatto che gli interventi devono in sostanza coincidere con le “operazioni” indicate nel PSR);
  • raccolta di schede su possibili progetti già ben definiti o addirittura cantierabili proposti da amministratori locali, operatori produttivi privati e cittadini. [6]

Il prospetto che segue riassume il complesso e intenso percorso di lavoro.

Formulazione PSL Lazio_fasi di lavoro

Le schede di rilevazione

Il percorso qui suggerito implica che, dopo che sono state raccolte dai promotori del GAL le indicazioni su un solo ambito di intervento (o sugli ambiti di intervento), in un arco di tempo di circa 30 giorni (fra metà aprile e metà maggio), vadano distribuite ai portatori di interesse più influenti (amministratori locali, responsabili di altri enti che hanno responsabilità rilevanti per quel che concerne la gestione del territorio e del patrimonio ambientale e culturale, quali enti parco e consorzi di bonifica, i più rilevanti operatori privati del settore agro-forestale e zootecnico e rappresentanti di categoria) quattro diverse schede di rilevazione semi-strutturate:

  • una inerente i problemi (fabbisogni di intervento) connessi agli ambiti tematici selezionati (il mio suggerimento è di fornire, per ciascun ambito tematico, un novero di fabbisogni fra i quali selezionare quelli prioritari, fabbisogni individuati in prima istanza anche con il supporto dei promotori del GAL),
  • una che concerne i fabbisogni di intervento riconducibili alle principali filiere produttive agro-forestali distintive del territorio del GAL;
  • una inerente Misure/Sottomisure e “operazioni” del PSR da attivare attraverso il PSL;
  • una volta a rilevare grado di priorità e progetti fattibili, con riguardo agli obiettivi trasversali innovazione, tutela dell’ambiente e mitigazione/adattamento ai cambiamenti climatici.

Tali schede dovranno essere brevi, di immediata e di inequivoca interpretazione (e, quindi, corredate anche di brevi note esplicative di supporto) e composte in massima parte di domande a risposta chiusa.

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[1] Per la redazione di questo post mi sono stati utili gli scambi di pareri con gli esperti della Cooperativa ELP (Earth Link Project), molto attivi sui temi dell’agricoltura sostenibile, dello sviluppo rurale e dell’innovazione sociale da diversi anni. Ringrazio gli esperti della Cooperativa ELP per avere condiviso delle riflessioni e per aver ripreso mie precedenti post sul bando della Regione Lazio sul loro sito web.
La Earth Link Project Soc. Coop. a r.l. nasce nel 2013.
Attraverso la costante e proficua relazione con importanti enti e l’autonoma attività di ricerca e realizzazione di progetti professionalizzanti nel settore primario, ELP Coop può offrire, in primo luogo, una solida ed approfondita conoscenza del comparto agricolo laziale. Grazie ad un nutrito, giovane e multidisciplinare gruppo di professionisti, ELP fa della ricchezza di competenze diverse e trasversali un punto di forza per spingere la propria progettualità aldilà dei confini settoriali dell’agricoltura, puntando alla multifunzionalità della pratica agricola con particolari riferimenti a temi sociali.

[2] Questi suggerimenti concernono gli aspetti centrali del percorso di formulazione del PSL (analisi di contesto e gerarchizzazione dei fabbisogni, scelta degli ambiti tematici e individuazione delle filiere produttive agricole più rilevanti per un territorio e definizione della strategia del PSL). Il bando richiede numerose altre attività per la definizione del PSL non trattate in questo post, sulle quali si rinvia all’Allegato 2 al bando.

[3] Tale scelta si potrà fare nel corso di un paio di riunioni tecniche ristrette nelle quali coinvolgere gli amministratori locali e gli operatori privati maggiormente determinati rispetto all’obiettivo di costituire il GAL e candidare un PSL coerente con caratteristiche e vocazioni del territorio e, al tempo stesso, in grado di corrispondere i vari vincoli del bando.

[4] Le principali filiere produttive agricole da considerare, a titolo indicativo, sono: vitivinicola, olivicola, prodotti lattiero caseari, zootecnia da carne, leguminose, frutta, altre filiere (funghi e tartufi, legno, miele, turismo rurale, agricoltura sociale e inclusiva).

[5] Come già indicato nei precedenti post del 5 marzo e del 5 aprile, la Regione Lazio indica chiaramente quali sono le Misure e le Sottomisure attivabili e lascia ristretti margini di libertà per la scelta di “operazioni” (interventi) altre rispetto a quelle riportate nel PSR regionale.

[6] Le schede sui progetti si possono impostare in termini semplici sulla base della c.d. “matrice 5Ws + How”, ossia sulla base delle seguenti domande:
WHO? – Chi sono i beneficiari del progetto? (gruppo target)
WHAT? – Quali interventi attuare per risolvere i loro problemi?
WHY? Perché il gruppo target ha bisogno di quegli interventi (in sostanza, perché quegli interventi risolvono dei problemi del gruppo target?)
WHERE? Dove sono localizzati i beneficiari e di riflesso gli interventi?
WHEN? Quando, e per quanto tempo, attuare quegli interventi? (in termini semplici, durata del progetto)
HOW? Come realizzare gli interventi? Quali risorse umane, fisiche ed organizzative sono necessarie? Eventualmente, sono necessarie autorizzazioni pubbliche per l’attuazione del progetto?

Tramite tale scheda è opportuno raccogliere anche indicazioni sulla loro dimensione finanziaria (stima), sui proponenti del progetto e su eventuali partners disponibili a impegnarsi nel progetto.

 

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