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Strategie di valorizzazione di beni comuni culturali: le opportunità di finanziamento nelle aree interne del Lazio

«Ticking away the moments that make up a dull day
Fritter and waste the hours in an offhand way
Kicking around on a piece of ground
in your hometown

Waiting for someone or something
to show you the way»

Pink Floyd – Time
(The Dark Side of the Moon 1973 – Track # 4) [1]

Introduzione alle opportunità di finanziamento delle “comunità culturali”

Nei precedenti post di Febbraio ho posto in luce come le principali caratteristiche specifiche del c.d. approccio LEADER (segnatamente l’approccio bottom-up; la particolare forma di gestione partecipata delle SSL e anche il networking); alcuni indirizzi strategici delineati a livello nazionali tramite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) aprono lo spazio per una riflessione su come valorizzare le Strategie di Sviluppo Locale (SSL) a valere del LEADER, ma anche quelle finanziate nell’ambito della Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) per sostenere strategie di sviluppo dal basso animate dalla volontà di comunità locali auto-organizzatesi spontaneamente di tutelare vari tipi di “beni comuni”.
In altri termini, si dovrebbe cercare di consolidare nel tempo delle tendenze in atto nelle aree rurali e anche nelle aree interne (del Lazio e non solo) per cui vi è un crescente propensione delle comunità locali ad auto-organizzarsi su base volontaria per tutelare e valorizzare i “beni comuni” del territorio (da quelli ambientali a quelli di tradizioni civiche e culturali in cui si riconoscono le comunità) e per valorizzare meglio alcuni asset locali idiosincratici.
Fra le forme di auto-organizzazione sociale meritevoli di attenzione e supporto vi sono certamente le “comunità culturali”.
Le opportunità di finanziamento per le “comunità culturali” legate agli interventi di sostegno rurale della PAC 2023-2027 e a quelli della SNAI, purtroppo, sono relativamente modeste. Appare opportuno, pertanto, fare una operazione di carotaggio a più ampio spettro sui possibili canali di finanziamento di strategie di valorizzazione di beni e siti culturali.
In questo post, il perimetro di questa ricerca di canali di finanziamento per le “comunità culturali” è volutamente delimitata da:
• la scelta di circoscrivere tale ricerca a quelli potenzialmente disponibili per le aree più fragili del Lazio (aree rurali e, soprattutto, aree interne particolarmente penalizzate da problemi strutturali di accessibilità fisica che condizionano ampiamente le strategie locali di valorizzazione del patrimonio artistico-culturale e di turismo sostenibile);
• la scelta di focalizzare l’attenzione su interventi cofinanziati da Fondi “a gestione concorrente” e, quindi, interventi del PR FESR 2021-2027 e gli interventi del Complemento regionale per lo Sviluppo Rurale (CSR) 2023-2027, inclusi, ovviamente, quelli dell’approccio LEADER.
Questo significa che in questo post non vengono considerati il Programma “a gestione diretta” Europa Creativa e i finanziamenti del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (Fondo particolarmente rilevante per superare dei divari territoriali nella dotazione di infrastrutture strategiche e per sostenere le aree più fragili). [2]

Non vengono neanche considerati i finanziamenti del PNRR sui quali si svilupperà una riflessione nei post di Aprile (anche in relazione alle possibili sinergie di quegli interventi con la programmazione FESR regionale e con le nuove SSL che verranno implementate a valere del LEADER).

Le principali opportunità di finanziamento delle “comunità culturali” nelle aree interne del Lazio

Immagine ex Pixabay

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Se consideriamo i due Fondi “a gestione concorrente” che potrebbero sostenere le “comunità culturali” nei territori più fragili del Lazio – ossia il FESR e il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) nell’ambito del CSR 2023-2027 – risulta evidente la scelta molto discutibile della Giunta Regionale in carica fino a poche settimana fa di concentrare le risorse del FESR sulle aree regionali più forti – Città Metropolitana di Roma e capoluoghi di provincia – e di limitare fortemente la possibile gamma di azioni a sostegno dello sviluppo dei servizi di base per la popolazione rurale con i contributi del FEASR.
La tavola sinottica inserita nella figura 1 evidenzia in primo luogo che, come già evidenziato in dei post dell’autunno 2022, nel PR FESR Lazio non è prevista affatto l’implementazione dell’OS 5.2 che sostiene le strategie di sviluppo territoriale integrate in aree diverse da quelle urbane.

Figura 1 – Obiettivi Specifici/interventi della programmazione FESR 2021-2027 e dei Complementi per lo Sviluppo Rurale 2023-2027 potenzialmente più utili per sostenere strategie di valorizzazione di “ben comuni” culturali

Nel PR FESR, di fatto, l’unico Obiettivo Specifico (OS) che potrebbe sostenere Strategie di sviluppo Territoriali (ST) potenzialmente utili per le aree più fragili e/o per quelle economicamente più dipendenti dalla capacità degli Enti Locali di potenziare le vocazioni turistiche dei luoghi è l’OS 4.6 “cultura e turismo sostenibile”. L’OS 4.6, infatti, può sostenere l’implementazione di strategie integrate di valorizzazione del patrimonio culturale, di quello artistico e di quello ambientale e paesaggistico che rafforzino l’attrattività turistica delle aree servite ed abbiano ricadute socio-economiche rilevanti anche in termini occupazionali.
Come si legge sul PR FESR, infatti, “nel quadro della programmazione di settore in ambito culturale e turistico, si intende promuovere il turismo sostenibile e inclusivo e il recupero di luoghi culturali al fine di creare occasioni di inclusione sociale, anche attraverso il coinvolgimento del terzo settore e il supporto alle imprese sociali”. [3]
A tal fine l’OS 4.6 “intende favorire lo sviluppo di progetti finalizzati alla valorizzazione di siti culturali e turistici di proprietà pubblica e progetti per la creazione di spazi e luoghi condivisi da destinare a uso collettivo e a fini socioculturali. […] Oltre al recupero di siti culturali e turistici e all’incremento della partecipazione culturale dei cittadini, l’azione intende sollecitare l’avvio di pratiche di cittadinanza attiva che vedranno come protagonisti i soggetti del terzo settore, le associazioni del territorio, il tessuto economico locale e i residenti. È, pertanto, assegnata una priorità ai progetti che possono tradursi in iniziative occupazionali di qualità e/o a beneficio di reti utili a rafforzare il sistema dei servizi (cfr. imprese sociali; reti civiche e similari)”. [4]

La logica di fondo dell’OS 4.6 può essere sinteticamente rappresentato come nella figura 2. Questo Obiettivo Specifico, in sostanza, presenta una logica di fondo che si è ormai ampiamente radicata nelle politiche pubbliche a sostegno del sostegno turismo sostenibile e del rilancio dei piccoli paesi. Tale logica poggia sull’idea di riqualificare luoghi storico-culturali e di elevato pregio architettonico per farli diventare spazi di fruizione artistico e culturale, ma anche spazi per l’erogazione di servizi tradizionali e innovativi di cura alla persona e alla comunità. A tal fine vengono anche previste azioni di sostegno per promuovere pratiche di cittadinanza attiva e la presa in carico di tali servizi da parte di “imprese sociali” e associazioni (in fondo questa è anche la logica del bando “Attrattività borghi” del PNRR). [5]

Figura 2 – Quadro sintetico di presentazione di obiettivi e azioni dell’OS 4.6 del PR FESR Lazio

Si noti che fra i servizi di cura alla persona e alla comunità che si dovrebbero promuovere sostenendo anche dei progetti che possono tradursi in iniziative imprenditoriali e occupazionali di qualità, vi sono quelli di co-working. Se si vuole valorizzare l’OS 4.6 del PR FESR della Regione Lazio o di altre Regioni per attrarre nei piccoli centri non solo dei turisti, ma anche dei professionisti qualificati, mi pare assolutamente opportuno non solo creare dei centri multi-servizi per le persone fragili e dei centri di aggregazione giovanile, ma anche degli spazi di aggregazione professionale per professionisti adulti e per neo-imprenditori. Gli spazi di co-working, infatti, generalmente non contemplano solo l’offerta di postazioni di lavoro attrezzate, ma anche dei servizi formativi avanzati per la gestione d’impresa, per il marketing e per la pianificazione finanziaria, l’offerta di servizi di incubazione di impresa e finanche macchinari e supporto tecnico e operativo per la c.d. “fabbricazione digitale”.

Questo focus sull’Obiettivo Specifico 4.6 del PR FESR Lazio è particolarmente rilevante se si considera che nel CSR Lazio non saranno attuati in via diretta i due principali interventi del PSP 2023-2027 che dovrebbero sostenere il potenziamento dei servizi di base per la popolazione – fra cui i servizi culturali – nelle aree rurali, ossia:
SRD007 – Investimenti in infrastrutture per l’agricoltura e per lo sviluppo socio-economico delle aree rurali;
SRD009 – Investimenti non produttivi in aree rurali. [6]

Questo significa che anche il CSR Lazio 2023-2027 – con interventi, ovviamente, concentrati sulle aree rurali – dedica poco spazio all’incremento della fornitura di servizi culturali e di altri servizi di qualità sociale. In altri termini, il sostegno di strategie di sviluppo orientate alla tutela e alla valorizzazione di beni e siti culturali nell’ambito del CSR regionale sembra circoscritto ai soli interventi a valere del LEADER. Pertanto, è ampiamente auspicabile che le partnership locali che proporranno delle SSL a valere del LEADER valorizzino soprattutto gli ambiti tematici previsti dal PSP 2023-2027 maggiormente orientati al “cultural planning” di cui ci ha parlato il professor Alessandro Crociata nell’intervista riportata nel post del 10 Marzo scorso e all’innovazione sociale intesa a valorizzare beni e siti culturali:
• sevizi, beni, spazi collettivi e inclusivi;
• sistemi di offerta socio-culturali turistico-ricreativi locali. [7]

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Immagine ex Pixabay

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[1] Il 1° Marzo 1973 veniva pubblicato dai Pink FloydThe Dark Side of the Moon”, l’album più bello e iconico della storia del rock.
[2] Per il periodo 2023-2027 gli interventi a sostegno dello sviluppo rurale non vengono più realizzati nell’ambito di Programmi di Sviluppo Rurale regionali (PSR), bensì vengono attuati nell’ambito di Piani Strategici nazionali per la PAC (PSP). Il PSP dell’Italia è stato approvato dalla Commissione Europea il 2 Dicembre 2022.
Gli interventi per lo sviluppo rurale – elencati nell’art. 69 del nuovo Regolamento generale sulla PAC, ossia il Reg. (UE) 2021/2115 che, in particolare, disciplina i PSP – vengono attuati nell’ambito dei c.d. Complementi regionali per lo Sviluppo Rurale (CSR), che costituiscono una sorta di “documenti attuativi regionali” del PSP, aventi per oggetto, appunto, le azioni della PAC a sostegno dello sviluppo rurale.
Il CSR della Regione Lazio è stato approvato con DGR N. 15/2023 del 12 Gennaio e pubblicato sul BUR Lazio N 6/2023 del 19 Gennaio 2023.
Prevede due interventi per realizzare l’approccio LEADER:
SRG05 – Supporto preparatorio LEADER (sostegno alla preparazione delle strategie), che riprende, di fatto, la SottoMisura 19.1 dei Programmi di Sviluppo Rurale 2014-2022;
SRG06 – LEADER – Attuazione Strategie di Sviluppo Locale, che di fatto si pone in assoluta continuità con la SottoMisura 19.2 dei Programmi di Sviluppo Rurale 2014-2022.
[3] Il testo del PR FESR puntualizza che “vengono supportate le sperimentazioni innovative poste in essere da partenariati tra soggetti istituzionali, residenti e operatori privati che si fondano su un rapporto di collaborazione (vedi i Patti di collaborazione e Beni Comuni Urbani) volto al recupero di luoghi e spazi da destinare ad uso pubblico o finalizzati alla partecipazione attiva dei giovani alla vita della propria comunità, attraverso attività culturali e artistiche, nei settori dell’innovazione, lo sport, la conservazione e la valorizzazione della biodiversità, il miglioramento delle condizioni dell’ambiente”.
Per certi versi si può considerare simile l’Iniziativa Creative Living Lab varata nel 2018 dal Ministero della Cultura (DG Creatività Contemporanea) e per la quale è stata lanciata il 10 Marzo scorso la V edizione.
Creative Living Lab è intesa a sostenere progetti condivisi e partecipati di rigenerazione urbana, attraverso attività culturali e creative in tutti quei territori marginali italiani che vivono una realtà di fragilità sociale, economica e ambientale.
[4] Va ricordato che le azioni previste ricadono nell’indirizzo programmatico della Regione “Valore turismo”, che prevede anche la specifica linea di azione “Interventi di valorizzazione del patrimonio culturale con l’ausilio degli enti non profit”, e che nella programmazione 2014-2020 il POR FESR Lazio ha finanziato anche l’iniziativa “Call Lab Turismo” (iniziativa gestita da LazioInnova nell’ambito di un Laboratorio di Micro-innovazione aperta dedicato al turismo).
Sul portale di LazioInnova viene evidenziato che il Lab turismo era inteso a fornire “servizi gratuiti di accompagnamento per la gestione delle proprie attività e per rendere le imprese del comparto più competitive e performanti sul mercato, anche attraverso una attività di co-progettazione e mettendo in comune le reciproche conoscenze. In particolare sono previsti:
• Interventi formativi, che potranno essere richiesti da un singolo soggetto per il proprio personale in misura massima di 3 partecipanti, per un massimo di 2 corsi. Le attività si terranno on line e, ove possibile, in presenza.
• Progetto Living Lab, per aggregazioni rappresentate da un soggetto capofila promotore (ad es: azienda, comune, università ecc.)”.

E’ presumibile attendersi che questo Laboratorio di micro-innovazione possa essere finanziato di nuovo nell’ambito dell’OS 1.3 “crescita sostenibile e competitività delle PIM” che prevede, inter alia, il potenziamento dell’offerta di servizi di supporto all’imprenditoria e all’innovazione degli Spazi Attivi di LazioInnova.
Per ora non si può descrivere più puntualmente l’OS 4.6 “cultura e turismo sostenibile” del PR FESR (per capire meglio natura e condizioni di accesso ai finanziamenti delle azioni di questo OS bisognerà il varo del Manuale sulle procedure attuative del PR FESR e, soprattutto, gli specifici avvisi di finanziamento).
L’unico altro elemento di interesse da segnalare è che esso sarà supportato da due Campi di intervento della programmazione 2021-2027:
127 – Altre infrastrutture sociali che contribuiscono all’inclusione sociale nella comunità
170 – Sviluppo delle capacità delle Autorità di Programma e degli Organismi coinvolti nell’attuazione dei Fondi.
Il testo del PR FESR con riferimento al Campo di intervento 170 esplicita che “gli interventi di capacità amministrativa saranno destinati ad attività di creazione o rafforzamento di network locali, nonché le sperimentazioni volte al coinvolgimento e alla corresponsabilizzazione di comunità locali nella gestione e valorizzazione degli spazi: l’attivazione di forme ed esperienze di empowerment dei residenti e del terzo settore (es. Patti di Collaborazione; Iniziative per la cura di beni comuni e, più in generale, forme innovative di capacità amministrativa da estendere anche ai soggetti diversi dalla PA) con specifico riferimento alle aree in cui si procede al recupero dei siti/immobili selezionati”.
[5] Si fa riferimento, nello specifico, alla Linea B dell’Investimento “Attrattività dei borghi” della Componente M1C3 del PNRR, gestita dal Ministero della Cultura. La Linea B “Progetti locali per la rigenerazione culturale e sociale”, infatti, non solo prevede il finanziamento di progetti di rigenerazione per Comuni fino a 5.000 abitanti (o anche per raggruppamenti fino a 3 Comuni, ma sempre entro il limite di 5.000 abitanti), ma anche regimi di aiuto per sostenere operatori che svolgono attività artistico-culturali, turistiche, commerciali, agro-alimentari e artigianali attivi nei piccoli borghi per i quali sono stati finanziati i progetti di rigenerazione in senso lato.
[6] Su queste due tipologie di interventi, oltre al PSP 2023-2027, si può consultare la recente pubblicazione dell’IFELPolitiche UE e Sviluppo Rurale nel nuovo ciclo di programmazione. Il ruolo dei Comuni italiani fra opportunità e risorse finanziarie” (Gennaio 2023), che fornisce un quadro alquanto dettagliato sugli interventi di sviluppo rurale che vedono coinvolti quali beneficiari diretti o indiretti i Comuni.
Si veda anche lo studio a cura di Francesco Mantino, pubblicato il 13 Marzo scorso, sull’attuazione delle strategie di sviluppo locale nell’ambito della SNAI: Rete Rurale Nazionale; Sviluppo Rurale e Strategia Nazionale per le Aree Interne. Rapporto 2022; Roma, Marzo 2023.
[7] Come ho rimarcato nei precedenti post, la formulazione delle SSL a valere del LEADER 2023-2027 è condizionata alla scelta di due soli ambiti tematici fra i sei indicati nel PSP e recepiti da un numero maggioritario di Regioni italiane, fra le quali il Lazio, ambiti che si possono suddividere in due cluster.

Figura 3 – I due cluster degli ambiti tematici fra cui scegliere per formulare le Strategie di Sviluppo Locale

Questo contributo è un “work in progress” elaborato nell’ambito del progetto di ricerca del Centro Studi Funds for Reforms Lab “Politica di sviluppo locale e Strategia Nazionale per le Aree Interne”.

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