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Federalismo fiscale, Multi Level Governance dell’UE e fondi strutturali

La Deliberazione n. 19/2017 della Corte dei ContiI rapporti finanziari con l’Unione Europea e utilizzazione dei Fondi Comunitari. Relazione Annuale 2017” ha finalmente fatto autorevolmente chiarezza in merito al reale stato di attuazione della programmazione 2014-2020 dei fondi europei per la “politica di coesione”. I dati di fonte Ragioneria Generale dello Stato (IGRUE) attestano che al 30 giugno 2017:
• la capacità di impegno (rapporto in % fra impegni giuridicamente vincolanti e budget programmato) si attesta sul 10,2%;
• la capacità di spesa (rapporto in % fra pagamenti registrati e budget programmato) si attesta sul 3,2% (v. prospetto 8 a p. 117). [1]

L’attuazione dei POR FESR e FSE nel Lazio registra un ritardo meno grave che non in molte altre Regioni, ma la situazione non è certamente soddisfacente se si fa il confronto con le altre Regioni Più Sviluppate (RPS). In particolare desta preoccupazione il livello molto basso della capacità di impegno e di quella di spesa del POR FSE (v. Figura 1).

Considerazioni analoghe si possono fare con riferimento al dato sulla capacità di spesa del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Lazio che, sempre al 30.06.2017, si attestava sul 7,61%, a fronte di una capacità di spesa pari a:
• l’11,66% medio registrato dai PSR delle Regioni Più Sviluppate (RPS);
• il 10,7% medio registrato per tutti i PSR regionali (v. Figura 2).

Nel convegno che si terrà il 24 gennaio a Civitavecchia (“Federalismo fiscale: sviluppo del territorio e limiti dimensionali dei livelli di governo”), organizzato dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Civitavecchia, che annovera tra i relatori anche il prof. Massimo Bagarani, a mio avviso di questi dati sull’esecuzione finanziaria dei programmi di spesa 2014-2020 si dovrebbe assolutamente parlare. [2]

Nel momento in cui si dibatte di federalismo e riforme, questi sono dati importanti su cui riflettere. Il dibattito sul federalismo fiscale, infatti, si lega a doppio filo a quello sul sistema di Multi Level Governance (MLG) che l’UE si è data sin dalla fine degli anni Ottanta per gestire le sue politiche strutturali di sviluppo (la “politica di coesione”, la politica di sviluppo rurale e la politica della pesca). Il ritardo nella spesa e la variabilità di capacità di impegno e di capacità di spesa dei programmi 2014-2020 fra le varie regioni dimostra, infatti, che ancora oggi non si sono realizzate due pre-condizioni fondamentali affinchè il sistema di MLG si rilevi efficace ed efficiente (v. Bagarani, Bonetti (2005), p. 78):
• “capacità di gestire le fasi di coordinamento e attuazione delle scelte programmatiche fatte da ogni livello;
• capacità di attuare quanto previsto secondo i tempi e le modalità condivise con gli altri attori istituzionali”. [3]

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Politiche regionali e Fondi Strutturali

Politiche regionali e Fondi Strutturali

[1] Questi dati inequivocabili sono accompagnati da una chiosa sferzante della Corte dei Conti: “dall’analisi dei dati sull’attuazione finanziaria al 30 giugno 2017 emerge […] che […] la spesa fino ad ora sostenuta è riferibile prevalentemente all’assistenza tecnica prevista a supporto della gestione dei Programmi, attività questa da intendersi come meramente propedeutica all’avvio effettivo della Programmazione medesima” (v. pagina 122).

[2] Il prof. Bagarani è, fra le altre cose, responsabile scientifico del Centro Studi Funds for Reforms Lab.

[3] Cfr. Bagarani M., Bonetti A. (2005), Politiche regionali e Fondi Strutturali. Programmare nel sistema di governo della UE, Rubbettino, Soveria Mannelli (Cz)

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