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La valutazione dell’impatto economico delle Smart Specialisation Strategies

Immagine ex Pixabay

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Come ho evidenziato nel precedente post del 5.04.2018, in sede di valutazione delle ‘smart specialisation strategies’ regionali (RIS3 regionali), dal momento che il loro obiettivo generale è di migliorare l’intero processo di policy making con riferimento alle politiche di ricerca e innovazione, sarà su questo contributo che andrà focalizzata la valutazione dell’impatto delle RIS3.

Questo non vuol dire che non sia importante considerare quale obiettivo delle RIS3 il cambiamento, potenzialmente molto rilevante, che queste possano apportare alla struttura e al posizionamento competitivo dei sistemi innovativi nazionali e regionali. [1]

Per capire l’impatto a posteriori delle RIS3 sul posizionamento competitivo delle regioni, si possono applicare varie metodologie di indagine e varie tecniche (a seconda degli specifici obiettivi di ricerca), ma l’impostazione di questa valutazione è quella generale di un buon approccio valutativo, riassunto nella figura che chiude il post.
L’approccio valutativo (in generale applicabile sia ai progetti, sia ai Programmi complessi) è imperniato su quattro capisaldi:

• gli obiettivi specifici delle RIS3 regionali (e/o dei Programmi pluriennali di spesa attraverso i quali le Amministrazioni regionali danno corso alle RIS3), oppure alcune ‘questioni-chiave’ (‘key issues’) che possono guidare l’intero processo valutativo;
• una valutazione dei cambiamenti intercorsi nel sistema di ricerca ed in quello economico-produttivo fondata su una solida ‘teoria del cambiamento’ (‘theory of change’), che consenta di ricostruire la ‘catena logica’ che lega gli interventi di policy e gli effetti sugli obiettivi specifici (oppure che lega interventi e ‘key issues’);
• un set di ‘Domande Valutative’ (DV) funzionali a capire meglio il legame fra contesto (socio-economico e tecnico-legislativo), interventi di policy ed effetti generati da RIS3/Programmi di spesa. Per ciascuna DV, come si evince dalla figura, andranno stabiliti dei coerenti ‘criteri di giudizio’, indicatori di realizzazione e di risultato e, non ultimo, le fonti statistiche con cui rilevare/aggiornare gli indicatori);
• una oculata scelta di metodi e strumenti di analisi (i quali dovranno essere coerenti con obiettivi specifici di RIS3/Programmi; DV e criteri di giudizio e, non ultimo, anche con la natura dei fabbisogni dei gruppi target e con le caratteristiche tecniche degli interventi). [2]

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[1] La Guide to Research and Innovation Strategies for Smart Specialisations (RIS3) pubblicata dalla Commissione nel 2012 (v. p. 60), non a caso, nella sezione dedicata alla valutazione pone in evidenza che “in general, result indicators for a RIS3 should measure a change or evolution of the regional productive structure towards activities that (a) are globally competitive and (b) have a greater potential for value added”.

[2] Come già evidenziato nei precedenti post, una volta impostato in questi termini il processo valutativo, le domande valutative vanno ricercate in primo luogo nella stessa Guida del 2012 della Commissione Europea che ha definito ‘compiti’ e ‘principi’ delle RIS3 regionali (si veda il post del 5 marzo scorso) e che, nell’Annex III, riporta una serie di ‘key issues’ (8) e di ‘domande valutative’ volte a capire se le procedure consigliate nella Guida sulla formulazione delle RIS3 sono state correttamente esperite e se, appunto, le RIS3 producono degli effetti di apprendimento fra tutti i principali attori dell’eco-sistema innovativo.

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