Funding models degli enti non profit e opportunità di finanziamento europee

‘I will study
and prepare,
and someday
my opportunity
will come’
Abraham Lincoln

Una storia di due blog

Questa, prendendo a prestito il titolo del mio libro preferito di Dickens, ‘A tale of two cities’, è una storia di due blog. Quello di Elena Zanella – una figura assolutamente di spicco nel panorama italiano degli esperti di fundraising – e questo animato dallo scrivente che, da anni, si occupa di sviluppo locale e politiche e fondi dell’UE.

La storia inizia la scorsa estate quando Elena Zanella e il sottoscritto avviano un interessante scambio di vedute sugli enti non profit in Italia, sui loro modelli di funding e su possibili idee per migliorarli, combinando meglio attività di raccolta fondi da privati e di accesso ai fondi europei.
Alcune mie considerazioni su “come raccogliere in Europa” formulate in questo blog lo scorso anno – segnatamente nel post del 15 luglio 2014 e nel post del 15 settembre 2014 – sono state “accolte” da Elena nel suo pregevole volume “Professione Fundraiser” da poco pubblicato dalla Franco Angeli [1].

In questa sede mi limito a ricordare i due aspetti da cui, fondamentalmente, sono partito per formulare alcuni riflessioni personali sui modelli di funding degli enti non profit in Italia:
• tutte le organizzazioni dovrebbero sviluppare un approccio strategico alla ricerca di fondi europei e all’europrogettazione. Seguendo un approccio estemporaneo “bando per bando” si rischia solo di disperdere risorse piuttosto che raccoglierne di nuove,
• la difficoltà degli enti non profit italiani a sviluppare un siffatto approccio strategico ai fondi dell’UE desta una certa sorpresa, dal momento che diversi enti non profit, a partire dai primi anni del nuovo secolo, hanno saputo sviluppare strategie di comunicazione sociale e di raccolta fondi da privati davvero professionali ed efficaci.

Due semplici domande su cui riflettere, quindi, sono:
• gli enti non profit italiani possono sviluppare strategie di funding più articolate in cui, muovendo dalle lezioni dell’esperienza della raccolta fondi da privati, inseriscono anche efficaci strategie di accesso ai fondi europei?
• come si può fare?

A Milano, a fine giugno, una tappa importante di questo utile confronto interprofessionale

A mio modesto avviso la prima domanda di cui sopra ha come risposta un netto sì. Non sarà facile e bisognerà tenere conto dell’estrema “varietà” di tipologie di enti non profit in Italia, ma certamente gli enti non profit possono migliorare le strategie di accesso ai fondi dell’UE e possono combinarle efficacemente con quelle di raccolta fondi da privati.

La risposta alla seconda domanda è più complessa da formulare – e da mettere in pratica – ma è ormai tempo che gli enti non profit italiani avviino un percorso di ulteriore crescita cognitiva e di sperimentazione per migliorare i loro modelli di funding, rafforzando in particolare la capacità di valorizzare adeguatamente le risorse finanziarie dell’UE.
Sulle risposte da dare alle domande di cui sopra, fortunatamente, prosegue l’interessante scambio di pareri fra Elena Zanella e chi scrive, professionisti con un diverso background, ma con la comune passione di cercare soluzioni nuove e più efficaci/efficienti a vecchi e nuovi problemi sociali.

Una tappa importante di questo confronto ci sarà a Milano il 29 e 30 giugno prossimi, in quanto Elena ed io saremo gli animatori/formatori di un interessante workshop organizzato da Eurosportello – struttura di missione della Confesercenti che da anni organizza pregevoli corsi sui finanziamenti dell’UE e sull’europrogettazione – in cui, appunto, terremo delle docenze (basate soprattutto su casi ed esercitazioni concrete) e, soprattutto, “ragioneremo a voce alta” su questi temi [2].
Rosa_morguefile maggio 2015“Ragioneremo a voce alta” in quanto il nostro intento – e quello di dirigenti e staff di Eurosportello – è non tanto di indottrinare i partecipanti sui finanziamenti dell’UE, sull’europrogettazione e sulle strategie di raccolta fondi da privati, quanto di coinvolgerli davvero in un dibattito aperto su come cercare di combinare strategie di accesso ai fondi dell’UE e campagne di fundraising da privati, al fine di migliorare il modello generale di funding degli enti non profit italiani.
In sintesi, per valorizzare meglio le opportunità di finanziamento europee, io direi di iniziare facendo tesoro del monito di Lincoln. Iniziamo studiando e preparandoci bene ad affrontare la sfida, e certamente qualche buona opportunità verrà.

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[1] Zanella E. (2015), Professione Fundraiser. Ruolo, competenze, strumenti e tecniche, Angeli, Milano
[2] Il workshop “MODELLI DI FUNDING DEGLI ENTI NON PROFIT: strategie di fundraising e accesso ai fondi europei” si terrà a Milano il 29 e 30 giugno. Per maggiori informazioni si rimanda alla presentazione disponibile sul portale di Eurosportello.

 

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