Tag: Politica di coesione

Il negoziato sui fondi europei per la coesione post 2020. L’Italia ha ancora bisogno di questi fondi?

Il post, muovendo dal negoziato sui fondi UE per la coesione post 2020, ricorda la situazione di grave ritardo delle regioni del Mezzogiorno storico. L’Italia, quindi, ha ancora un forte bisogno dei fondi UE per la coesione. Ma nel corso del negoziato chiediamoci anche perché in questo Paese l’ingente montante di Fondi Strutturali continui ad essere speso male e non produca effetti sul “catching up” delle regioni del Mezzogiorno storico. La domanda riportata nel titolo è volutamente anche provocatoria. Se l’Italia, come è incontrovertibile, ha ancora bisogno dei fondi UE per la politica di coesione, allora è assolutamente tempo che, in vista dell’avvio del nuovo ciclo di programmazione, operi un deciso turn around (vero e non di facciata) del sistema di gestione e di monitoraggio, controllo e valutazione delle spese cofinanziate dai fondi UE.

Aperta fino al prossimo 8 marzo la consultazione sulla politica di coesione dell’UE

Il post pone alcuni interrogativi sui contenuti della consultazione della Commissione sulla politica di coesione nel periodo post 2020. La consultazione appare davvero poco significativa ai fini della elaborazione di una visione “pluralista” della politica di coesione post 2020, sia a causa della recente Comunicazione della Commissione “A new, modern MultiAnnual Financial Framework for a European Union that delivers efficiently on its priorities post-2020”, COM (2018) 98, che parla direttamente agli Stati Membri, sia per la struttura del questionario online preparato dalla Commissione.
Struttura e contenuti del questionario denotano una chiara volontà di confermare lo status quo della politica di coesione, una politica sempre meno orientata alla solidarietà fra i territori europei.

Le difficoltà di accesso ai fondi europei dei Comuni del Lazio. Iniziamo dai problemi dei piccoli Comuni

Il post è un invito alla riflessione su come un serio ragionamento sulle criticità di accesso ai fondi UE dei Comuni deve muovere dai problemi di quelli più piccoli (in particolare quelli che ricadono nelle Aree C e D stabilite da Accordo di Partenariato e PSR regionali) e da considerazioni e proposte di soluzione indicate dagli stessi amministratori locali. Le soluzioni a certi problemi, infatti, vanno ricercate insieme agli amministratori locali, partendo in primo luogo dalle criticità registrate dai Comuni più piccoli e non sulla base di presunte “buone pratiche” che gli amministratori locali si vedono calate dall’alto.